Colonnella, vertenza Atr: le posizioni restanti distanti. Ora tavolo in prefettura FOTO VIDEO

Colonnella. La vertenza dell’Atr, la storica azienda che opera nel polo del carbonio, arriva in prefettura. Sede nella quale tutti gli attori di una vicenda, decisamente complicata, dovranno sedersi.

 

La richiesta, peraltro già emersa in sede di assemblea dei lavoratori, sarà avanzata dalle organizzazioni sindacali dopo la seconda giornata di sciopero indetta per evidenziare alcune criticità in seno all’azienda che impiega oltre 150 lavoratori. Questa mattina, la maestranze hanno picchettato l’ingresso dell’Atr, con la presenza delle organizzazioni sindacali (Fim Cicl, Fiom Cgil e Uilm Uil), il sindaco Leandro Pollastrelli, il parlamentare Antonio Zennaro e il consigliere regionale Dino Pepe. Durante il presidio, è intervenuto anche la proprietà, rappresentata dal presidente Antonio Di Murro. Il confronto, con lavoratori e sindacati, è stato franco, aperto, dove ciascuno ha ribadito le proprie posizioni.

 

Che al momento sembrano distanti. I dipendenti chiedono di sapere, con precisione, la data nella quale saranno pagate le mensilità arretrate: luglio e dicembre. Di Murro ha replicato che il 15 febbraio saranno liquidati gli emolumenti di dicembre e il 25% di luglio. Data che però viene ritenuta troppo dilazionata. Poi nel mezzo c’è anche la questione legata agli ammortizzatori sociali. Di Murro ha ribadito che la riorganizzazione della produzione passa attraverso una riduzione delle maestranze, ma per i sindacati la cassa integrazione straordinaria appare come l’anticamera della chiusura.  Con una proposta di cassa integrazione a zero ore per 100 dipendenti in attesa di ristrutturare gli immobili. Nel corso del confronto con i dipendenti, la proprietà ha evidenziato anche la questione degli stabilimenti non agibili.

 

Non ultima la questione commesse, che pone dubbi sul futuro di quella che è stata un’eccellenza del comprensorio e che ora vive l’ennesimo momento di difficoltà. Nato non certo oggi. Ora si attende la convocazione di un tavolo in prefettura per mettere assieme le varie istanze, con la speranza che la Regione (anche oggi assente), si faccia carico di una vertenza decisamente complessa. Unita ad altre che minano il tessuto produttivo al confine tra Abruzzo e Marche. Nel frattempo, la produzione riprenderà regolarmente lunedì con tutte le apprensioni del caso per il futuro di un’azienda che ha vissuto mille vicissitudini.

 

 

 

 

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