Alba Adriatica, il post su D’Alfonso gli costa la denuncia e una perquisizione domiciliare

Alba Adriatica. Una perquisizione domiciliare, con il sequestro di pc e telefonino con tutti i dati contenuti.

 

Una denuncia per istigazione a delinquere e minaccia aggravata (che a breve potrebbe trasformarsi in un rinvio a giudizio), dopo aver postato sul proprio profilo Facebook una critica, dura nei toni, nei confronti dell’attuale Senatore Luciano D’Alfonso, in quel momento ancora alle prese con la necessità di sciogliere il dilemma del doppio incarico.

E’ la disavventura, giudizialmente ancora non superata, occorsa a Giorgio Morganti, libero professionista, in passato assessore al Comune di Alba Adriatica.

Un suo commento “vergato” sul social network più popolare, infatti, ha prodotto una querela da parte dell’ex Governatore D’Alfonso (ora Senatore). E la vicenda viene resa pubblica dallo stesso Morganti, che racconta di una serie di fastidi avuti per la vicenda (perquisizione domiciliare dei carabinieri, sequestro di alcuni supporti informatici compreso lo smartphone) e il rischio di finire sotto processo perché la richiesta del pm è quella di un rinvio a giudizio per istigazione a delinquere e minaccia aggravata.

“ Chi mi conosce e conosce il mio modo di scrivere”, racconta Morganti, “ sa che mai mi è venuto in mente di istigare o minacciare. E il mio post voleva solo stigmatizzare, con toni duri, chi percepisse due stipendi contemporaneamente. D’altronde considero il peggior politico abruzzese di sempre, che tra i suoi passatempi ha anche quello di querela i privati cittadini che lo criticano”.

Al di là di quelli che saranno gli sviluppi legati alla querela, Morganti si toglie un sassolino dalla scarpa.

“ Ma non me la prendo con lui”, aggiunge, i veri responsabili sono coloro che gli hanno passato, direttamente o per interposta persona il mio posto, che poi ha generato questa reazione.

 

A tempo debito, conosceremo i nomi e cognomi degli artefici di tutto ciò, visto che al processo verranno fuori”.

 

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