Acqua del Gran Sasso: la lettera aperta del Sindaco D’Alberto al Procuratore

In questi giorni, a seguito della conclusione delle indagini da cui sono scaturiti gli avvisi di garanzia e il sequestro delle opere di captazione dell’acqua situate all’interno dei laboratori del Gran Sasso, il Procuratore Antonio Guerriero ha inviato una lettera alle autorità nazionali, regionali, provinciali e comunali, chiarendo come, al di là delle responsabilità penali che dovranno essere accertate, sono emerse criticità evidenti.

L’amministrazione comunale di Teramo ha sempre avuto a cuore la vicenda, così come dimostrato sia in campagna elettorale che nei primi atti approvati in Consiglio, a cominciare dalle linee programmatiche nelle quali è stato dedicato un apposito spazio al tema dell’acqua e della tutela delle fonti presenti nel territorio.

Il Sindaco D’Alberto ha pertanto inviato al Procuratore una lettera, nella quale oltre a manifestare apprezzamento per l’iniziativa intrapresa, fa il punto della propria azione e annuncia le attività che intende porre in essere.

“Vorrei ringraziarLa per l’interesse col quale ha seguito la vicenda dando risposte e rassicurazioni su quelle che potevano essere preoccupazioni di molti. Sono certo che troveremo modo, tempi e luoghi per collaborare su una questione tanto delicata. Mi sembra corretto fare mie non solo le sue preoccupazioni ma anche l’invito a compiere gli interventi e le opere idonee ad eliminare il pericolo ormai accertato. Comincerò, in qualità di Sindaco della città capoluogo di provincia, col convocare una riunione tra i Sindaci del territorio, per individuare le azioni da intraprendere ma anche per stimolare gli organismi pubblici e privati interessati ad adempiere alle attività di competenza. Non va dimenticato che un ruolo centrale in tutto ciò, è ricoperto dalla Società Ruzzo. Ho già chiesto di fare luce sugli interventi che la società ha messo e dovrà mettere in campo per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. Su tutti, la necessità di rimettere a disposizione della popolazione i 110 l/s che vengono dispersi nella rete. E come condizione irrinunciabile, la necessità di rendere più fluide le comunicazioni, più trasparenti, più chiare. E’ poi indispensabile chiamare in causa la Regione e il Governo centrale perché assumano le proprie responsabilità e si facciano parte integrante del processo di chiarificazione in corso.

L’azione di questa amministrazione parte dalla considerazione e dalla visione che l’acqua rappresenti un bene pubblico da tutelare nel pieno rispetto di quanto deciso dal popolo italiano nel referendum del 2011. Inoltre, la vicenda merita un’attenzione particolare, come ho avuto modo di chiarire in più occasioni, da ultimo nel corso dell’assemblea del Ruzzo. Ritengo che in essa vadano ad intersecarsi diversi aspetti, molti dei quali da ricondurre al binomio interessi-valori. La nostra esigenza è la tutela del bene acqua, quindi un valore; altri hanno interessi. Per quanto legittimi, si tratta sempre di finalità che hanno un orizzonte diverso dal nostro, non possono essere né equilibrate né bilanciate e perciò vanno esplicitate e chiarite. Il sistema montuoso del Gran Sasso va messo al riparo da interferenze e commistioni con l’attività dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e con il sistema autostradale che vi ha realizzato il tunnel più lungo d’Italia. Una sovrapposizione di interessi, esigenze e funzioni che se non controllata può vulnerare il delicato equilibrio della nostra montagna.

Per il prossimo futuro l’amministrazione comunale intende darsi una linea che si muove sulle seguenti direttrici: quale componente principale dell’Acquedotto del Ruzzo, il Comune di Teramo dovrà farsi carico del controllo e monitoraggio delle attività degli enti competenti, pubblici e privati; sarà necessario rafforzare il ruolo centrale del Comune capoluogo nell’attività di riequilibrio del rapporto con il territorio e in particolare con l’entroterra montano; bisognerà avviare un confronto con il Parco Nazionale Gran Sasso/Laga per mettere in campo buone pratiche di salvaguardia naturalistica e ambientale, anche in collaborazione con università, scuole e associazioni ambientaliste. Mi sembra evidente, però, che non potrà essere esclusivamente il Comune di Teramo a farsi carico di questa situazione, soprattutto sul profilo economico: sarà necessario lo sforzo di tutte le istituzioni, e quindi anche l’impegno dei parlamentari eletti quali rappresentanti del territorio, rimasti che non possono rimanere silenti nel farsi carico di portare all’attenzione del Governo questa complessa vicenda.

Un ringraziamento – conclude D’Alberto – mi sento di rivolgere a nome di tutta la comunità teramana all’Osservatorio Indipendente per l’acqua del Gran Sasso, che in questi anni ha rappresentato un punto di riferimento ed un presidio sociale e culturale in difesa di un bene primario, fondamentale per tutti noi. Sono certo che sapremo trovare le vie più corrette per portare avanti una proficua collaborazione.”

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