Sospendere l’esperimento Sox sotto il Gran sasso o si farà ricorso alle vie giudiziali. In una riunione straordinaria tenuta questa mattina in Provincia, è stato approvato all’unanimità dall’assemblea dei Sindaci (presenti 29 Comuni) la delibera riguardante la “sicurezza del sistema acquifero del Gran Sasso” in vista dell’annunciato esperimento in programma per la prossima primavera nel Laboratorio di fisica nucleare.
L’utilizzo di fonti radioattive per questo genere di test, infatti, suscita non poche preoccupazioni tra cittadini, associazioni ambientaliste e enti locali vista la vicinanza delle sorgenti di acqua del Gran Sasso. Proprio per questo nell’incontro di stamattina è stato deliberato di chiedere al Governo di deliberare le risorse economiche necessarie per la messa in sicurezza del sistema acquifero così come alla Regione di avviare degli studi per la realizzazione degli interventi strutturali idonei ad azzerare il rischio di interferenze tra il sistema di captazione delle acque e di tutte le condutture con le strutture dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e con il tratto autostradale della A 24.
Inoltre l’avvio di nuovi esperimenti nei laboratori dell’Infn dovranno essere sottoposti alle verifiche di controllo come stipulato nel protocollo d’intesa e, fino a che i lavori di messa in sicurezza non saranno completati si chiede la sospensione delle attività e degli esperimenti, come il Sox, che comportano il ricorso all’uso di sorgenti radioattive, con la rimozione di tutte le sostanze pericolose attualmente stoccate nei laboratori, non immediatamente utilizzabili.
Inoltre l’assemblea ha manifestato piena adesione alla manifestazione promossa dall’Osservatorio indipendente delle acque del Gran Sasso (in programma per l’11 novembre con partenza alle 15 a Viale Mazzini a Teramo) che riunisce 11 associazioni ambientaliste e i cui rappresentanti, questa mattina, sono intervenuti all’assemblea lanciando un appello alla partecipazione.
“Ci sono cinque Ministeri e la stessa della Regione che hanno autorizzato la realizzazione dell’esperimento”, ha detto il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, “autorizzazioni e informazioni che non sono mai arrivate al tavolo regionale istituito dal vicepresidente Lolli proprio per condividere un percorso per la messa in sicurezza del bacino acquifero. Immagino che le autorizzazioni siano state rilasciate dalle strutture amministrative sulla base di protocolli regolamentari e di leggi ma si tratta di capire per cosa è stata richiesta l’autorizzazione. In ogni caso la criticità del sistema idrico, i rischi di interferenze e, quindi di contaminazioni, oggi sono ampiamente riconosciuti e nelle more di lavori di messa in sicurezza è impensabile porre in essere altre attività che riducono margini di sicurezza”.
Molti gli interventi nel corso del dibattito, dal sindaco di Corropoli Umberto De Annuntiis che ha sottolineato come la Regione si sia mossa solo dopo le indiscrezioni di stampa, alla mancanza di trasparenza evidenziata dal sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura che ha proposto il ricorso alla via giudiziale. Per il sindaco di Penna Sant’Andrea, Severino Serrani è il momento giusto per porre delle condizioni, mentre Massimo Di Giancamillo, assessore del Comune di Isola del Gran Sasso, ha sostenuto che di fronte ad un simile rischio non c’è neanche un ristoro ambientale.
Molte anche le domande poste nel corso dell’assemblea che attendono una risposta: il Laboratorio di fisica nucleare opera in zona protetta, in piena area Parco; è stata chiesta la valutazione di incidenza del rischio? E’ stata chiesta la valutazione di impatto ambientale? Esistono dei piani di emergenza esterni in caso di incidenti?
Infine è stato deciso di porre un termine, 30 giorni, entro il quale ricevere delle risposte altrimenti ci si muoverà per via giudiziale.