Femminicidio Sant’Omero: l’amica-avvocato: la seguiva ovunque

Sant’Omero. Si era finto paziente e nella sostanza si era intrufolato nella vita della donna. Che tampinava, con telefonate, sms, mail e appostamenti con tanto di riprese video.

 

Una presenza costante nella sua vita, con appostamenti che erano ripetuti anche sul luogo di lavoro. E nel parcheggio dell’ospedale, dove la dottoressa Ester Pasqualoni, 53 anni, è stata poi barbaramente uccisa.

 

In giro aveva anche detto di aver avuto un relazione con la donna, ma non era vero nulla.

 

A raccontare alcuni dei passaggi di un vero e proprio incubo, che anadava avanti da alcuni anni, è l’avvocato Caterina Longo, amica di Ester Pasqualoni, l’oncologa uccisa mercoledì pomeriggio nel parcheggio dell’ospedale Val Vibrata a Sant’Omero, appena terminato il turno di lavoro.

 

Lo stesso avvocato parla con carte alla mano. Con il famoso esposto presentato dalla donna (con una serie di elementi probatori) al commissariato di Atri nel 2014, ma mai tramutato in querela di parte. Esposto che poi produsse un ammonimento del Questore a carico di Enrico Di Luca, lo stalker di 69 anni, presunto omicida della donna, trovato senza vita in un appartamento di Villa Rosa. Provvedimento nella sostanza ancora valido. Con l’esposto poi oggetto di una richiesta di archiviazione da parte del pm (validata dal giudice, nl pieno rispetto delle proceure), per mancanza di una formale denuncia e perché a casa di Di Luca (nel 2014) non era stato trovato nulla.

 

Una sorta di stalkeraggio continuo nei confronti della donna, che aveva cambiato le proprie abitudini di vita. Ma questo non era bastato. Di Luca conosceva ogni spostamento di Ester. La tampinava. Si faceva notare anche nella sala d’aspetto dell’ospedale per poi allontanarsi quando lei si accorgeva della sua presenza. La molestava di continuo, racconta l’avvocato, fino al tragico epilogo.

Poi c’è anche una sorta di giallo legato ai filmati. L’uomo, infatti, pare fosse solito riprendere la dottoressa nei suoi spostamenti e di conservare i filmati. Filmati mai trovati in casa del 69enne, che in uno degli sms invitati dottoressa aveva scritto: “non troveranno immagini su di te a casa mia, perché le tengo ben nascoste”.

 

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