L’Aquila. Con l’arrivo al palazzo di giustizia dell’Aquila di uno dei 10 arrestati ai domiciliari, il geometra del Mibact Lionello detto Lello Piccinini, responsabile del procedimento della ricostruzione del Teatro comunale, sono cominciati gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta “L’importante è partecipare” della procura della Repubblica del capoluogo, su tangenti negli affidamenti di 12 appalti pubblici gestiti dal beni culturali d’Abruzzo.
Il dipendente pubblico è accompagnato dall’avvocato Marco De Paulis.
Secondo quanto si è appreso, davanti ai magistrati successivamente sfilerà Berardino Di Vincenzo, ex segretario regionale facente funzioni, difeso dall’avvocato Emilio Bafile. Sono complessivamente 35 gli indagati: 10 ai domiciliari, 5 interdetti dal lavoro e 20 indagati a piede libero tra funzionari pubblici, tecnici e imprenditori.
Tra le persone sentite anche l’imprenditore pugliese Vito Giustino, finito nelle carte dell’inchiesta anche come colui che avrebbe riso degli affari che avrebbe potuto fare con il terremoto del Centro Italia, come emerso da alcune intercettazioni, anche se il suo legale, Carlo Teot, ha smentito la circostanza.
Piccinini (geometra Mibact) non parla
Si è avvalso della facoltà di non rispondere il geometra del Mibact, Lionello detto Lello Piccinini, il primo dei 10 arrestati ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “L’importante è partecipare” della procura della Repubblica del capoluogo, su tangenti negli affidamenti di 12 appalti pubblici gestiti dal beni culturali d’Abruzzo.
Lo ha reso noto il suo legale, l’avvocato Marco De Paulis, al termine del breve confronto con i magistrati che si spinge a sottolineare la correttezze dell’operato del suo assistito.
“Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere perché non abbiamo avuto ancora accesso alla documentazione. Quando la avremo, Ci sarà un’attenta analisi di tutte le carte, e chiederemo noi un interrogatorio, dove faremo emergere l’ assoluta correttezza delle procedure. in questa fase, ripeto, non abbiamo avuto la possibilità di dare chiarimenti e di rispondere”.
Il legale spiega che “il mio assistito è tranquillo perche è convinto dell’ onestà del suo operato. Tutto del resto è documentalmente riscontrabile. Ci sono i verbali delle gare, ci sono i testimoni che assistono alle procedure”.
In relazione alla intercettazione che dimostrerebbero che Piccinini conta i soldi in auto, il legale spiega “l’intercettazione dell’automobile che noi abbiamo letto è l’interpretazione fatta dalla procura sulla base di un brogliaccio relativo ad una richiesta di misura cautelare. L’intercettazione andrà letta per intero. Ed anzi già da una prima analisi si evince che la vera ricostruzione non coincide con quella fatta dalla Procura”.
Dopo Piccinini, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche tre dei quattro arrestati ai domiciliari sentiti oggi negli interrogatori di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della procura della repubblica dell’aquila su presunte mazzette in 12 appalti pubblici gestiti dai Beni Culturali d’Abruzzo.
Nell’inchiesta sono complessivamente 35 gli indagati. Chi è rimasto con la bocca cucita ha motivato la scelta con la necessità di studiare il voluminoso materiale delle indagini. A palazzo di giustizia all’ Aquila sono sfilati davanti ai magistrati Berardino Di Vincenzo, ex segretario generale del Mibact ed elemento centrale delle indagini, difeso dall’avvocato Emilio Bafile; Marcello Marchetti, architetto del segretariato Mibact, difeso dal legale Francesca Caccia; Antonio Zavarella, presidente della commissione di collaudo del Teatro comunale, difeso dagli avv. Angelo Pace e Antonella Di Nino. Questi tre indagati hanno taciuto.
Ha parlato invece Leonardo Santoro, geometra della cooperativa l’internazionale vincitrice dell’appalto del teatro comunale dell’Aquila, protagonista della telefonata intercettata con l’imprenditore barese Vito Giuseppe Giustino, suo titolare, che rideva al pensiero di nuovi appalti in seguito al terremoto del centro Italia, in particolare amatrice. Santoro e’ difeso da Stefano Rossi.