Pizzoferrato. A Pizzoferrato in Provincia di Chieti, in Contrada Turchi, Casale Colle dell’Esca, è stato scoperto il Sorbo più grande d’Italia. La scoperta è avvenuta dopo un lungo studio da parte dell’etnobotanico Prof. Aurelio Manzi e sarebbe proprio il caso di esclamare: “sorbole” che scoperta!
A festeggiare la scoperta sono stati gli allievi del plesso scolastico di Pizzoferrato che in un abbraccio collettivo e in un gioioso girotondo ne hanno misurato la circonferenza: 2 metri e 65 centimetri. La Festa nazionale degli Alberi è stata poi arricchita dalla piantumazione di tre alberelli di pino mugo davanti l’edificio scolastico in Via Luigi Condorelli da parte degli alunni della Scuola Materna, Primaria e Secondaria. Insieme agli insegnanti è intervenuta alla manifestazione l’agronomo Dora Cimini che ha tenuto una lezione sugli alberi di Pizzoferrato. La superficie forestale del Comune di Pizzoferrato è pari a circa 1650 ettari, ovvero il 50% della superficie comunale. La metà del patrimonio forestale è rappresentato da boschi di faggio, 854 ettari, che caratterizzano la zona di Monte La Rocca, Monte di Mezzo e Monte San Domenico. Seguono i boschi di cerro, 547 ettari, localizzati nella parte meridionale e orientale del Comune, dove troviamo una piccola ma importante quota di boschi di roverella, 40 ettari. Abbondante la presenza di formazioni a pioppo e salice, 130 ettari, che interessano i valloni e i torrenti. Il dott. Teodoro Andrisano, responsabile forestazione del Parco Nazionale della Majella ha aggiunto che i boschi di Pizzoferrato occupano una posizione baricentrica, crocevia dei boschi e dell’appennino centro meridionale abruzzese, perciò sede privilegiata di scambi. Prova ne è il Lago Battista con la sua flora alpina, la scoperta della Pianta carnivora e da ultimo di Parnasiuss apollo, la farfalla col cappotto delle Alpi a Valle del Sole da parte di Salvatore Volpe fotografo del villaggio turistico. Un luogo di incontri dal punto di vista genetico e migrazione degli animali.
“Da qui si parte per ovunque”, non si riferisce solo alla produzione del legname, ma anche all’assorbimento del carbonio, alla difesa idrogeologica dei suoli, alla conservazione della biodiversità. I boschi di Pizzoferrato sono estremamente eterogenei per quanto riguarda la struttura, la diversa età, la composizione specifica. Faggete tese a formare popolamenti puri, però ci sono anche importanti nuclei di abeti bianchi, con incredibile presenza di tassi e di agrifoglio molto ricchi in provvigioni. Producono legna che attraverso una gestione ecosostenibile possono portare al soddisfacimento di servizi ecosistemici i quali possono offrire altri servizi eco sistemici a loro volta. Aurelio Manzi, etnobotanico, ha sostenuto che il territorio di Pizzoferrato è caratterizzato dalla presenza di diversi boschi vetusti e patriarchi vegetali di diverse specie, ossia alberi che presentano dimensioni rilevanti per la loro specie, in particolare tra questi va sottolineata la presenza del Sorbo domestico più grande d’Italia. In oltre si registra una grande quercia che fu testimone di una tragedia della Seconda Guerra Mondiale, un Albero della Memoria sulla Linea Gustav che porta ancora evidenti i segni della tragedia. A completare la ricca biodiversità forestale la “Pianta dell’Immortalità” all’ingresso della grotta-eremo di San Domenico. In ultimo l’insegnamento e proposta del cittadino onorario Franco Arminio, paesologo poeta della Costituzione della “Repubblica degli Alberi”: “Pizzoferrato paese dei patriarchi arborei ed umani” una metropoli degli alberi, con la coscienza di amministrare 100.000 alberi, allargando l’idea di governo e fare i collegi elettorali della Terra in base alla quantità di territorio arboreo.