Chieti, sesso in cambio di una casa popolare: arrestato l’assessore D’Agostino

ivo_d_agostinoChieti. Concussione, tentata concussione e violenza sessuale. Sono queste le tremende accuse contestate all’assessore con delega alle politiche della casa del Comune di Chieti, Ivo D’Agostino.

Accuse contenute nel provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Chieti, su richiesta del pubblico ministero.

D’Agostino, che si trova agli arresti domiciliari, avrebbe preteso prestazioni sessuali in cambio di assegnazione di alloggi.

I fatti contestati partirebbero dal novembre 2011 con le indagini che sono partite lo scorso giugno in seguito alla denuncia di 5 donne (3 straniere e 2 italiane) che non si conoscono e non hanno alcun legame tra loro. Diverse donne non hanno denunciato il fatto per paura di perdere la casa o il beneficio. Si tratta di persone bisognose come ragazze madri o persone senza fissa dimora. I reati sono abbastanza gravi con la pena che potrebbe andare dai 5 ai 10 anni. Ivo D’Agostino ha approfittato della psicologia delle donne con cui aveva a che fare, diverse delle quali non hanno avuto il coraggio di ribellarsi. Una di queste donne è andata in depressione ed è in cura da circa un anno e mezzo. Rispetto alla gravità dei fatti le operazioni sono state svolte dalla Polizia in maniera molto rapida.
“La gravità della situazione – spiegano i responsabili della squadra mobile – è che si tratta di un pubblico ufficiale che ha approfittato dello stato di indigenza di queste persone, ma questo non deve portare a generalizzare perché gli amministratori pubblici svolgono sempre il loro lavoro in modo onesto e corretto. Logicamente laddove ci sono delle irregolarità noi interveniamo”.

Il sindaco Umberto di Primio ha avocato a se’ le deleghe dell’assessore D’Agostino.

“Nella mattinata odierna” ha dichiarato il primo cittadino “venuto a conoscenza del provvedimento cautelare notificato all’Assessore Ivo D’Agostino, sentiti la Giunta ed i Capigruppo consiliari di maggioranza, ho firmato un decreto con il quale ho avocato a me tutte le deleghe dell’Assessore D’Agostino, coinvolto nell’inchiesta di cui è titolare la Procura della Repubblica di Chieti. In attesa di conoscere meglio i fatti, ribadisco estrema fiducia nell’operato della Magistratura, auspico che possa essere fatta piena luce sulla vicenda e mi aspetto che l’Assessore D’Agostino possa dimostrare la sua estraneità a quanto gli viene contestato”.

Sulla vicenda è intervenuto anche l’Udc nazionale, che ha comunicato la sospensione di D’Agostino dal partito.

I DETTAGLI DELLE INDAGINI

E’ stata denominata “Sex for house” l’operazione di polizia giudiziaria condotta dalla squadra mobile di Chieti – II sezione – culminata con l’arresto ai domiciliari dell’assessore D’Agostino. Le contestazioni sono di concussione tentata e consumata e violenza sessuale aggravata.

A dare il via alle indagini, hanno spiegato il questore di Chieti, Filippo Barboso, e il dirigente della squadra mobile, Francesco Costantini, è stata una denuncia presentata lo scorso 6 giugno da una delle vittime, di nazionalità caraibica, la quale si era recata presso l’assessorato alle poltitiche per la casa in cerca di un alloggio. L’assessore ne avrebbe in seguito approfittato dello stato di necessità della donna per carpirne favori sessuali.

Altre quattro donne, tutte giovani ed avvenenti, sono state poi rintracciate dagli uomini della mobile, grazie anche alla collaborazione del responsabile della Caritas. Si tratta di una rumena, di una polacca e di due cittadine italiane, tutte estremamente bisognose, le quali, dopo un iniziale timore, hanno ammesso di essere state vittime dello stesso modus operandi da parte dell’assessore.

Gli episodi si sarebbero verificati in un arco temporale che va dal novembre 2011 a poche settimane fa.

La misura cautelare agli arresti domiciliari è stata firmata dal gip del tribunale di Chieti, Paolo Di Geronimo, su richiesta del pubblico ministero Lucia Campo, la quale aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.

Questo è il commento di Giampiero Riccardo dell’associazione Zapping: “Quando un politico arriva a speculare sulla disperazione dei cittadini, imponendo la propria ‘autorità’ per assegnare case popolari in cambio di prestazioni sessuali; si è oltrepassata la soglia della mediocrità. Siamo all’aborto della decenza; nei territori dello squallore puro, della desolazione culturale. Se l’umiliazione di avere garantito un tetto sicuro solo se disposti ad assecondare la spacconaggine e la libidine di un ‘guappetto’ di provincia, può essere compresa soltanto da chi ne è vittima; risulta però incomprensibile come il Sindaco Di Primio oggi cada dalle nuvole. Le violenze imputate sono state addirittura consumate all’interno degli uffici comunali e sempre a dire degli investigatori pare che gli ambienti politici/amministrativi fossero da tempo a conoscenza delle ‘pratiche’ di D’Agostino. L’accusa di concussione, tentata concussione e violenza sessuale e i conseguenti arresti domiciliari sono solo l’epilogo scontato della vicenda politica di un uomo patetico. Se un briciolo di dignità è rimasto in Di Primio e i suoi sodali, lo usino per sottrarre Chieti all’umiliazione definitiva. Si dimettano per culpa in vigilando, oggi stesso”.

Il commento di Roberta Agostini, portavoce nazionale delle Donne Democratiche, e Francesca Ciafardini, portavoce regionale delle Donne Pd abruzzesi: “Da quanto apprendiamo sono state ricattate donne in difficoltà che chiedevano per sé e per i propri figli una casa. Ragazze madri, immigrate, donne che dovevano essere tutelate dalle istituzioni e che invece si sono ritrovate vittime di un politico senza scrupoli che quelle istituzioni rappresentava. Se la magistratura dovesse accertare la veridicità di ciò che sta emergendo, si tratterebbe di un delitto nel delitto, di una violenza doppia. Siamo certe che la magistratura – aggiungono Agostini e Ciafardini – accerterà i fatti, ma senza dubbio sarebbe un fatto gravissimo che un assessore utilizzi il suo ruolo e addirittura le strutture comunali per compiere un reato così ignobile”.

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