Vasto. A circa tre anni dall’inizio della vicenda giudiziaria ed amministrativa nata da una delega della Procura della Repubblica di Vasto, che ha condotto alla confisca di un immobile del valore di un milione e 200mila euro ai coniugi Carmine Bevilacqua e Lucia Sauchella, la villa viene consegnata dall’Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla mafia al Comune, affinchè ne realizzi una casa famiglia per minori con disagio sociale.
Una confisca legata alla pericolosità dei due coniugi, già dimostrata dalle indagini condotte nel 2005 dalla Guardia di Finanza di Milano e poi comprovata dalle indagini condotte dal Ros dei Carabinieri di Pescara nel 2010, entrambe per reati in materia di stupefacenti. In sostanza, sia a Milano che in Abruzzo i due coniugi erano parte integrante di associazioni di criminali tese al traffico nazionale ed internazionale di eroina e cocaina. In assenza di altri redditi, i due coniugi hanno dimostrato di possedere una capacità finanziaria e patrimoniale sproporzionata, ottenuta con i frutti delle loro attività illecite.
La Legge 575/1965 ha consentito di confiscare i beni a soggetti indiziati di appartenere ad associazioni mafiose. La stessa confisca poteva applicarsi dal 2008, per effetto dell’abrogazione delle Legge 55/1990, anche ai soggetti non appartenenti a cosche mafiose ma comunque socialmente pericolosi ai sensi della Legge 1423/1956.
La consegna al Comune per finalità sociali dell’immobile confiscato conclude il percorso di ripristino dei valori di legalità a favore della società civile e delle attività di sostegno alle famiglie ed alla cittadinanza in genere.