Chieti. “È doloroso vedere che ancora oggi, in Italia, ci siano soggetti spregevoli che alimentano l’odio e che vivono di odio. Imbrattare la targa dedicata alle vittime delle Foibe non è solo un atto delinquenziale sotto il profilo del codice penale ma è una ulteriore offesa sia verso quei tanti italiani infoibati, sia verso coloro che dovettero abbandonare l’Istria e la Dalmazia costretti dalla barbarie dei partigiani comunisti titini. La città non è questa, non è quella che vive di violenze legate allo sport, alla politica e alle ideologie e non è certo quella che vorrebbero alcuni imbecilli, incapaci di eliminare dal proprio modo di essere la discriminazione e l’odio. Anzi, noi tutti stiamo lavorando affinché Chieti sia ricordata come “Città Aperta”, come città che, durante la Seconda Guerra Mondiale, accolse migliaia di sfollati. Mi vergogno di questo infame gesto commesso da qualche mio concittadino e chiedo scusa a tutti gli esuli per questo oltraggioso atto, frutto soltanto dell’ignoranza di chi non è capace di vivere il proprio tempo”.
È il commento del Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, a poche ore dall’atto vandalico, commesso da ignoti, presso l’area verde di via Amiterno intersezione con via Sulmona, intitolata ai Martiri delle Foibe.
La cerimonia di intitolazione del Largo sarebbe dovuta avvenire lo scorso 10 febbraio in occasione del “Giorno del Ricordo”, solennità civile istituita con legge 30 marzo 2004 n. 92, alla presenza di autorità civili, delegazioni di studenti, rappresentanti del “Comitato 10 Febbraio” ed esuli istriani ma era stata annullata a causa del forte maltempo.
Di “gravissimo episodio, considerata anche la scritta apposta” parla anche il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, Marco Di Paolo, promotore dell’Ordine del Giorno per l’intitolazione dell’area stessa.
“Provo profonda indignazione per il gesto commesso, un oltraggio alla memoria delle vittime degli eccidi avvenuti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale – evidenzia il Consigliere Marco Di Paolo -. Con il “Comitato 10 Febbraio” eravamo in prima linea per l’organizzazione della cerimonia a cui avevamo contribuito anche con le spese per la realizzazione della targa. Una commemorazione voluta con grande trasporto affettivo considerata anche la presenza degli esuli istriani che sarebbero dovuti venire a parlare agli studenti. Nessuna intimidazione mi farà arrendere o distogliere dall’idea di dare un giusto tributo a chi ha pagato con il sangue l’essere italiano e se sarà necessario contribuirò personalmente alla pulizia del manufatto”.