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Cronaca

Continua il caos sulla gestione dei Buoni pasto da parte della asl 01 Abruzzo

Si inasprisce la questione legata alla mancata erogazione dei buoni pasto, che dal mese di gennaio non vengono più erogati senza che sia mai stata data una spiegazione plausibile, senza una vera giustificazione. I buoni pasto non vengono erogati né ai nuovi dipendenti né a chi ne usufruisce ormai da anni, andando a minare la stabilità familiare-economica dei dipendenti.

Mancano i buoni pasto abruzzo.cityrumors.it

Dopo mesi dalle promesse di ripresa all’erogazione di buoni pasto, la stragrande maggioranza degli operatori dell’ASL si ritrovano, tra grande stupore e incertezza, a non poter godere di un diritto che spetterebbe loro: ricevere i buoni pasto. In tantissimi inoltre, non hanno nemmeno ancora ricevuto la scheda necessaria per poterne usufruire.

Cosa succede coi buoni pasto?

Dal mese di gennaio, l’ASL si è ritrovata in una si è ritrovata in una situazione che sta destando più di un malcontento: la maggior parte dei dipendenti, non riceve più i buoni pasto, mettendo in difficoltà l’equilibrio economico di diversi nuclei familiari. Il tutto senza una vera e propria motivazione.

I sindacati si fanno sentire abruzzo.cityrumors.it30

L’Azienda, che ha cercato di placare i toni perlomeno con i sindacati, diramando una circolare, ha fatto emergere nuove criticità piuttosto che elementi di risoluzione, che hanno inasprito gli animi, una su tutte: l’obbligo per il personale, ai fini della maturazione del buono pasto, di una prestazione lavorativa aggiuntiva di 30 minuti oltre il normale turno di lavoro pari a 7 o più ore.

Si è dato quindi adito alle sentenze della Suprema Corte di Cassazione che, semplificando, stabiliscono che qualora la prestazione lavorativa ecceda le 6 ore e la stessa non possa essere interrotta per l’effettuazione della prevista pausa, nel caso in cui la mensa aziendale non sia fruibile, le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto al buono pasto. All’ASL è stato quindi obiettato di interpretare troppo liberamente le sentenze della Suprema Corte.

Di contro, il personale che presta servizio oltre l’orario contrattualmente previsto, presta lavoro straordinario che, come tale, va retribuito. E dunque, se ovviamente il personale sta lavorando, dato riscontrabile dai sistemi informatici in possesso dell’ASL, lo stesso non può essere considerato in pausa. Secondo i sindacati e le associazioni di categoria, questo concetto pare non venir compreso dall’ASL.

Inoltre, se l’ASl non dovesse rivedere i suoi comportamenti, si esporrebbe a innumerevoli contenziosi con il personale e a conseguenti e consistenti esborsi economici. Le OO.SS. FP CGIL L’Aquila, Fials L’Aquila e Nursind L’Aquila hanno quindi proceduto con delle dichiarazioni, per indicare la loro buona volontà nella risoluzione del conflitto.

Le associazioni e i sindacati hanno infatti dichiarato quanto segue:“Va precisato che dalla pubblicazione della prima sentenza della Suprema Corte di Cassazione, queste OO.SS. si sono fatte parte diligente nel cercare di trovare una soluzione bonaria alla questione ma, nostro malgrado, abbiamo assistito soltanto a innumerevoli rinvii e all’emanazione di circolari di contenuto non condiviso e non condivisibile oltre che in palese contrasto con la costante giurisprudenza”.

E chiudono il loro intervento, dichiarando:“Prendiamo atto che da oltre un anno, nonostante le nostre sollecitazioni, non siamo mai stati convocati per affrontare la problematica dei buoni pasto”.