Centenaria trova Bot del 1937 e fa causa a Bankitalia che nega il rimborso

Il bot, rinvenuto casualmente in un vecchio mobile, vale oggi oltre 20mila euro.

Francesca Ottolini aveva poco più di 20 anni quando qualcuno, forse un suo familiare, nel 1937 acquistò un Bot del valore nominale di 100 lire, che chissà per quale ragione non è stato mai riscosso ed è rimasto per decenni all’interno di un vecchio mobile nella casa veronese della donna.

Lo scorso settembre la signora, oggi 102enne, ha ritrovato casualmente il bot e lo ha fatto stimare da un contabile che, tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione, ha calcolato un valore odierno di circa 25mila euro, una bella cifra che tuttavia la Banca d’Italia si è rifiutata di erogare sostenendo che il titolo sarebbe prescritto.

Il diniego non ha tuttavia scoraggiato la signora Ottolini, che assistita dal suo legale ha deciso di trascinare in tribunale la Banca d’Italia e il ministero dell’Economia. “La prescrizione del diritto al rimborso del Titolo – spiega l’avvocato della donna – non decorre immediatamente dalla scadenza naturale del Bot in questione, ma dal suo ritrovamento. Vale a dire che la signora avendolo ritrovato nel settembre 2018, da quella data, ha dieci anni di tempo (prescrizione ordinaria) per chiedere il rimborso a Bankitalia”.

Tra l’altro quello della signora Ottolini potrebbe non essere un caso isolato. Tra Bot, buoni postali, libretti bancari e simili, si stima che in Italia vi siano ancora circa 10 milioni di titoli di credito “antichi” ma ancora riscuotibili.

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