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Di Felice: ”Falsa l’accusa di lunga attesa al Pronto Soccorso di Chieti nella notte di Ferragosto’

Chieti. “Grossolane, meschine e, soprattutto, ingiuste, le critiche mosse al Pronto Soccorso dell’ospedale di Chieti per l’assistenza prestata nella notte di Ferragosto”: dura la replica di Maria Di Felice, responsabile del Servizio, all’articolo pubblicato domenica 17 agosto da Cityrumors.it, che accoglie la proteste di un utente che lamenta disagi e lunghe attese.

“Dai nostri registri è stato facile risalire al caso portato agli onori della cronaca – prosegue Di Felice – un codice verde visitato dopo 13 minuti dalla registrazione al triage. La parte contusa è stata subito immobilizzata, mentre, come prevede la prassi per i codici a bassa priorità, verdi e bianchi, il paziente è stato invitato a un controllo ortopedico e un’eventuale radiografia al mattino seguente, poiché il radiologo era impegnato in esami urgenti sia del Pronto Soccorso sia di pazienti ricoverati, su richiesta dei reparti. Ovvio che non abbia visto nessuno in giro, perché abbiamo strutturato percorsi dedicati per ciascun codice, al fine di ottimizzare l’assistenza e garantire maggiore riservatezza ai pazienti. E’ stata espressa perciò una valutazione decisamente superficiale del nostro Servizio se a esso sono state addebitate inefficienze che, fatti alla mano, si dimostrano inesistenti. Mi spiace soprattutto per i nostri operatori, che danno il massimo specie nelle giornate clou, come il Ferragosto, sempre molto affollato: quest’anno in 24 ore abbiamo totalizzato 212 accessi, la maggior parte dei quali concentrata nella fascia oraria tra le ore 19.00 e le 2.00. Senza dimenticare i 15 ricoverati in Osservazione Breve, seguiti sempre dagli stessi due medici del turno di notte. Nonostante i numeri elevati, mi sento di difendere in tutta onestà la qualità del nostro lavoro e dell’assistenza prestata, che non può essere offuscata da posizioni pretestuose e strumentali espresse da utenti che la priorità la vorrebbero a ogni costo”.
“La nostra mission – conclude Di Felice – è la gestione delle emergenze/urgenze, cioè dei pazienti in imminente o potenziale pericolo di vita, ma nonostante questo riusciamo anche a limitare l’attesa dei casi che urgenti non sono”.