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Tollo, nasce un tavolo di lavoro sulla discarica ex Sogeri

Tollo. Nasce a Tollo un tavolo di lavoro sulla discarica di contrada Venna, nell’area occupata dalla società Sogeri.

 Dopo l’appello da parte del sindaco Angelo Radica all’assessore regionale all’Ambiente Mauro Di Dalmazio, col quale il primo cittadino ha richiesto un intervento economico da parte della Regione Abruzzo per la messa in sicurezza, comitati, cittadini e Comuni si sono uniti per studiare assieme le problematiche della zona in questione.

“Abbiamo deciso” spiega il primo cittadino “di riunire in un dossier tutte le analisi effettuate fino a questo momento sulla discarica e di intensificare i controlli coinvolgendo anche l’Università “G. d’Annunzio” di Pescara-Chieti che ci ha assicurato assoluta disponibilità. L’obiettivo è naturalmente quello di individuare le specificità che motivano un intervento prioritario nell’area, per la quale deve essere garantita l’immediata rimozione e lo smaltimento di tutti i “big bags”, circa 300, presenti in zona. Rifiuti che sono stati classificati come tossici, nocivi e che coesistono assieme ad altri rifiuti definiti, invece, speciali e quindi in nessun caso riutilizzabili”.

Assieme a Tollo hanno preso parte al tavolo in questione anche le associazioni ambientaliste Comitato No Petrolio, Nuovo Senso Civico e WWF e i Comuni di Ortona, Canosa Sannita, Francavilla al Mare, Giuliano Teatino e Miglianico.

“Si tratta” continua Radica “di territori limitrofi ma comunque coinvolti in caso di inondazione, una condizione che comporterebbe l’inquinamento delle falde e quindi di altri corsi d’acqua perché i rifiuti contenuti nei “big bags” raggiungerebbero il torrente Venna che poi si ricongiunge con il fiume Foro”.

Non solo. Nel corso dei sopralluoghi che si sono succeduti negli ultimi anni sono state accertate anche la scarsa sicurezza del sito (i capannoni non sono confinati e quindi potrebbero essere esposti al rischio di azioni incontrollate da parte di estranei) e la pericolosità dell’area, accresciuta dalla vicinanza delle abitazioni e dalle coperture in eternit dei capannoni e della palazzina riservata agli uffici.

Da qui la decisione del gruppo di lavoro di individuare le specificità e le peculiarità in tema di pericolosità per l’inquinamento del terreno e dei corsi d’acqua e per la salute dei cittadini che motivano l’urgenza della bonifica e la priorità rispetto ad altri siti inquinati.

“Tutto quello che emergerà” precisa il sindaco “sarà poi inviato alla Regione Abruzzo, il cui intervento è davvero indispensabile. Da parte nostra, due sono gli impegni presi con l’ente: il primo è quello di proseguire con le attività di manutenzione e le indagini periodiche; il secondo, invece, quello di acquisire il sito, che ora è di un privato, al patrimonio pubblico. Ad ogni modo, senza l’intervento della Regione Abruzzo non si può fare altro”.

Il riferimento è al fatto che la bonifica dei siti inquinati, come prevede la normativa, dev’essere effettuata da Comuni e Regioni nel caso in cui non sia individuabile il responsabile dell’inquinamento o nessuno provveda.

“Inoltre” conclude Radica “Palazzo di Città non può accedere a mutui per il divieto imposto dal Governo ai Comuni per il contenimento della spesa pubblica. In ogni caso, non abbiamo 510mila euro in bilancio da destinare a questo intervento. Tuttavia, ci siamo resi disponibili a cofinanziare la messa in sicurezza. L’auspicio è che l’assessore Di Dalmazio tenga dunque fede a quanto promesso nel 2012. Noi siamo disposti a fare la nostra parte, ma non possiamo essere lasciati soli”.