Secondo le associazioni dei consumatori le ricadute per le famiglie andranno dai 207 ai 349 euro l’anno. Per non parlare dell’impatto sui consumi, gia’ depressi. Secondo Confcommercio l’incremento dell’Iva andra’ a incidere negativamente sulle spese natalizie e, in una situazione in cui l’inflazione e’ sotto controllo, determinera’ un aumento dei prezzi tra ottobre e novembre dello 0,4%. Il Codacons, che stima una stangata per le famiglie fino a 349 euro l’anno e un calo dei consumi del 3% su base annua. Secondo Adusbef e Federconsumatori, la stangata andra’ dai 207 a 260 euro l’anno (62 euro solo per l’ultimo trimestre ottobre – dicembre. Alcuni grandi gruppi, come ha fatto in comunicato Ikea, hanno pero’ gia’ annunciato che assorbiranno l’aumento dell’imposta senza effetti sui prezzi. L’aliquota che passera’ dal 21 al 22% e’ quella ordinaria che si applica ai beni e i servizi che non rientrano nell’aliquota ridotta al 10% o in quella super ridotta al 4% riservata a pane fresco, burro, latte, frutta e ortaggi e altri alimenti di prima necessita’. E quello che scattera’ domani sara’ il secondo rialzo di un punto nel giro di due anni: l’aliquota era gia’ salita dal 20 al 21% dal 17 settembre 2011. Diventeranno piu’ cari vino, birra, succhi di frutta e alimenti pregiati come i tartufi. Anche il prezzo della benzina salira’ per effetto dell’aumento dell’imposta. L’Iva aumentera’ anche per le automobili, gli accessori auto, i pezzi di ricambio. E costera’ di piu’ anche la manutenzione e la riparazione dell’auto. Costeranno di piu’ abbigliamento, calzature, pelletteria, biancheria per la casa, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e piccoli elettrodomestici, detersivi, televisori, radio, hi-fi, computer e prodotti di cancelleria. La stretta riguardera’ anche estetista, barbiere e parrucchiere, lavanderia e tintoria, gioielli e bigiotteria. Secondo la Cgia di Mestre fra le voci che subiranno i rincari maggiori ci sono i trasporti, carburanti in primis, con un aggravio medio di 39 euro. Altri 20 euro aggiuntivi graveranno sulla spesa per l’abbigliamento e le calzature e altri 17 euro per l’acquisto della mobilia e degli elettrodomestici. Per l’associazione l’aumento colpira’ di piu’ le famiglie numerose e piu’ povere. Per i single l’aggravio potra’ arrivare fino a 99 euro e per un lavoratore dipendente con moglie e figli a carico fino a 120 euro.Si allarghera’ anche il divario con gli altri principali paesi europei: 2,4 punti in piu’ rispetto alla Francia e addirittura 3 punti percentuali in piu’ rispetto alla Germania.