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Chieti, i sindacati: ‘Giù le mani dalla Dtl’

Chieti. Le Segreterie Territoriali di Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Ugl Intesa rendono noto che unitamente all’Assemblea dei lavoratori all’unanimità hanno dichiarato lo stato di agitazione dei dipendenti della Direzione Territoriale di Chieti.

Motivazione di tale dichiarazione è l’adozione di una bozza di “Regolamento di  organizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali” che prevede il declassamento dell’attuale Direzione Territoriale di Chieti.
“Senza entrare nel merito della bozza complessiva – dicono i rappresentanti delle sigle sindacali – rispetto alla quale è aperto un confronto tra Ministero e rappresentanze sindacali nazionali appare incomprensibile il ridimensionamento della Direzione Territoriale di Chieti alla luce di una analisi oggettiva degli stessi parametri individuati nella Bozza Ministeriale. In sostanza l’intera bozza nella sua interezza denota squilibrio a sfavore della periferia in nome di una alquanto incomprensibile ottimizzazione ma nel caso della Direzione di Chieti risultano addirittura ignorati gli stessi parametri indicati dal Ministero! A rappresentare l’attività svolta dalla Direzione qualche dato: numero di abitanti del territorio di competenza :397.000; numero posizioni contributive attive 13.000; posizione strategica della Direzione nell’ambito della Provincia di Chieti che si ricorda ha al suo interno 104 comuni con conformazione geografica altamente articolata che renderebbe particolarmente disagiato raggiungere altre sedi. Ubicazione della Direzione di Chieti nell’ambito del c.d. Polo del Welfare(cioè presenza nella medesima area di altri Enti -Inps, Centro per l’Impiego, Inail, Ordini Professionali, Associazioni sindacali e Professionali)con evidente funzionalità per l’utenza che può avvalersi di diversi servizi concentrati in un unico luogo e ben servito da mezzi pubblici urbani ed extra urbani; esistenza nel territorio di settori produttivi molteplici e diversificati con presenza di imprese di piccole e medie dimensioni ed anche di grandi industrie manifatturiere che arrivano ad occupare 6mila addetti e conseguente elevato grado di conflittualità inerente i rapporti di lavoro specie in questo periodo di crisi (basti pensare alle numerose vertenze aperte che coinvolgono ditte locali). Elevato numero di controversie di lavoro, procedure cassa integrazione, denunce al servizio ispettivo, istanze di lavoratori salvaguardati. Attualmente 632 domande di tentativi di conciliazione; il numero degli addetti è superiore alle 60 unità. Il paventato declassamento della Direzione Territoriale di Chieti significherebbe una grave perdita per l’intero territorio provinciale visto che l’attività di tale struttura incide direttamente sulla vita dei cittadini e sulla esigibilità dei diritti dei lavoratori. Per questo riteniamo inaccettabile una riorganizzazione che se da una parte non mostra elementi concreti di razionalizzazione dall’altra rischia di svuotare ulteriormente la presenza istituzionale a livello periferico dimostrando nuovamente scarsa propensione degli estensori della proposta alla lettura della configurazione e dei conseguenti bisogni del territorio”.