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Chieti, le attività dell’Ipab sulle problematiche degli Istituti Riuniti di Assistenza

Chieti. Questa mattina sono state illustrate le attività portate avanti dall’Ipab e le problematiche inerenti l’interpretazione di alcune norme che condizionano l’esercizio sanitario degli Istituti Riuniti di Assistenza “San Giovanni Battista” di Chieti.

“Federico Gallucci – ha spiegato il presidente degli Istituti Riuniti di Assistenza San Giovanni Battista, Concezio Gilberto Tilli – si è dimesso ad ottobre, il 30 novembre mi sono insediato. Gallucci non collabora con questo cda e non ha compiti decisionali ed organizzativi. Ogni cittadino ha diritto di parola, lui a diritto di parola come cittadino e non come componente del cda. Noi abbiamo dovuto spostare dei pazienti da un reparto ma non abbiamo lasciato in mezzo alla strada nessuno. Si parla di turni stressanti, invece noi lavoriamo su un buon sistema turnistico anche se delle difficoltà ci sono. La nostra difficoltà nasce dall’interpretazione di alcune norme tra Istituzione e Regione. Questo Istituto, secondo una delibera della giunta regionale del 1999, svolge attività sanitaria. Ad un certo punto è stata scelta un’interpretazione particolare che riguarda l’accreditamento: è stata riconosciuta questa sede e non quella di Villa degli     Ulivi. Nel 2005 la Regione ha confermato al San Giovanni Battista la natura sanitaria. Noi ad oggi siamo un’unica struttura con una sola partita Iva ed un’unica ragione sociale ma con più stabili e all’interno della stessa città svolgendo un’unica attività. Questa interpretazione ha prodotto degli atti. Abbiamo fatto un ricorso per vedere se possiamo esercitare o meno l’attività sanitaria a Villa degli Ulivi, a dicembre deciderà il Tar di Pescara. A livello cautelativo ho sospeso l’attività sanitaria di Villa degli Ulivi. Noi oggi su quel reparto (perché per noi Villa degli Ulivi è un reparto di questa struttura) perderemo un pozzo di soldi. Il 1° luglio abbiamo attivato una organizzazione sperimentale del reparto di Villa degli Ulivi riducendo il personale e continuando a dare un servizio sanitario con almeno un’infermiera per ogni turno. Al momento ci sono 14 ospiti con 40 posti letto. In questa fase noi ci troviamo in una situazione molto critica. A novembre, quando mi sono insediato, siamo entrati nel merito della situazione, c’erano debiti per un milione e mezzo di euro. Siamo in ritardo con i pagamenti verso i nostri consulenti. Il peso di questi importi è di circa 3 milioni di euro. Noi vantiamo anche dei crediti, ad esempio verso la Asl. Nella situazione attuale se non invertiamo la rotta ci saranno molti problemi perché abbiamo un costo di esercizio per questa struttura di 360 mila euro. Noi ad oggi perdiamo 130 mila euro al mese. Questo è lo scenario che ha una storia ed ha un presente. Una soluzione è arrivare a ritrovare una condivisione e un accordo con le Regione prima di arrivare alla sentenza di dicembre. Noi decideremo di non dare quei servizi dove non verremo pagati, quindi noi decideremo di mandare a casa pazienti e personale puntando su una struttura di dimensioni più piccole. Speriamo in un intervento del Tar in maniera più pronta. Non me la sono sentita di mandare subito a casa quelle 14 persone”.
“Ringrazio il cda di questo Istituto – ha rimarcato l’assessore regionale Mauro Febbo – la responsabilità di una gestione che dura da anni loro se la sono assunta a titolo gratuito. Loro ci mettono lavoro, passione e capisco anche le responsabilità che comporta. A questo proposito abbiamo deciso di riordinare tutte le Ipab. Già dal ’93 con Di Primio amministravo questa città e si avvertiva la necessità di questo riordino. Con una delibera abbiamo concesso a 4 Ipab di privatizzarsi. L’obiettivo della Regione è di arrivare all’Asp. Chi si è trovato ad amministrare questa Ipab si è trovato in una situazione molto confusa. Ci siamo trovati a prendere delle decisioni che noi come Regione non ci sottraiamo a prendere, ma in generale noi diciamo che questi Istituti debbano andare avanti con i propri piedi. Noi non vogliamo rinunciare a nessun posto di quelli che oggi abbiamo. Come Regione non possiamo permetterci di perdere posti letto, sul nostro territorio dobbiamo spalmare il personale. Qui c’è qualcuno che nel tempo ha fatto il bello e il cattivo tempo fregiandosi di alcune sigle sindacali. La Regione non si fa intimidire da nessuno. Noi dobbiamo riordinare e ripianare questi Istituti e poi ci assumeremo le nostre responsabilità politiche”.
“L’idea – ha sottolineato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – è quella di portare questo Istituto ad un riordino per preservare con ogni modo, mezzo e strumento le finalità assistenziali ed il personale. Noi ci occupiamo quotidianamente degli Istituti che vedono coinvolto il Comune. Il problema delle autorizzazioni sanitarie risale al 2007, questo è accaduto perché non sono state considerate le criticità che l’Abruzzo vive. Si fa una Legge non tenendo presente la situazione in cui viviamo ed utilizzando due pesi e due misure. Un altro elemento politico è il dramma che abbiamo vissuto in questi anni con l’inquinamento tra la Sanità privata e la Regione. Io e Mauro Febbo abbiamo iniziato nel ’93 la nostra attività amministrativa ma prima di noi c’è stato qualcun altro, come mai non ci era accorti delle varie irregolarità? Non si può chiedere a questa struttura di fare tutto e subito, altrimenti va chiusa. Questa struttura c’è da anni in città e fa attività assistenziale e viene erogato un servizio fondamentale con 198 persone che vengono ospitate che altrimenti non sapranno dove andare”.
“Ci sono strutture che vengono gestite bene e strutture che vengono gestite meno bene – ha detto Vincenzo Ginefra degli Istituti Riuniti di Assistenza San Giovanni Battista – la Asl viene qui a fare controlli due volte al mese e ci tratta come una Clinica privata. I rilievi non vengono fatti per carenza assistenziale o igienica, ma per un problema strutturale. La realtà è che noi non abbiamo nulla a che fare con quelle aziende che gestiscono male. La Asl ci controlla continuamente sul rapporto utente-personale. Noi su Villa degli Ulivi siamo stati di una delicatezza infinita. Purtroppo spesso non si interpreta la Legge in base a quello che si fa. Abbiamo un’emergenza sociale, avremo una Geriatria chiusa con molti anziani nelle case e a noi che abbiamo la possibilità di assisterli non ci danno la possibilità di farlo”.
Francesco Rapino