Chieti. La guerra tra i tassisti teatini e pescaresi si ripercuote sulle Saga: il sindaco Di Primio sbotta e mette in vendita le azioni in mano al Comune della Società Abruzzese Gestione Aeroporto.
Tra i tassisti che lavorano all’aeroporto è guerra campanilistica aperta. I vari consorzi, da tempo, si litigano i (pochi) passeggeri che atterrano all’Aeroporto d’Abruzzo e cercano un passaggio “bianco”, e periodicamente si verificano aggressioni verbali e non solo. Pochi giorni fa l’ultimo caso: gli iscritti chietini al consorzio Radio Taxi Cometa avrebbero subito la protesta da parte dei colleghi pescaresi: “l’ultima di una lunga serie di insulti e minacce fisiche e verbali ripetutamente rivolte loro riguardanti l’accesso all’Aeroporto d’Abruzzo”, sostiene il sindaco di Chieti Umberto Di Primio.
Ma la polemica del primo cittadino produce un’onda d’urto ben più critica: “Alla luce dell’ennesimo sopruso e delle ingiuste e continue prevaricazioni a danno dei tassisti di Chieti in servizio all’Aeroporto d’Abruzzo”, annuncia, “ho dato disposizione, stante la colpevole inerzia del Comune di Pescara e della Regione, di vendere le 1000 azioni del valore nominale di 5,16 euro cadauna della S.A.G.A., Società Abruzzese Gestione Aeroporto S.p.A., detenute dal Comune di Chieti”.
In discussione è il rispetto della legge che regolamenta l’accesso dei taxi all’aeroporto: “l’area aeroportuale può essere utilizzata dai taxi di qualsiasi città capoluogo, con quote stabilite in base ai rispettivi bacini d’utenza”, riporta Di Primio dal testo della 422 del 1997. “Tutti i Comuni interessati alla questione dell’Aeroporto d’Abruzzo”, rimarca il sindaco, “hanno sottoscritto tale legge, tranne quello di Pescara, evidentemente ostaggio dei propri tassisti, determinando in tal modo una situazione intollerabile. La Regione, sinora inerte riguardo tale questione, a questo punto ha l’obbligo di intervenire per giungere ad una risoluzione”. “Per questo, dunque”, conclude il sindaco di Cheiti, “ho dato mandato di cedere le quote della Saga: è inutile investire su di esse se poi si continua a considerare l’Aeroporto d’Abruzzo come ‘cosa’ dei pescaresi ed a comportarsi di conseguenza”.