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Rubinetti a secco ad Orsogna: la protesta del sindaco

Orsogna. “Da anni i cittadini di Orsogna subiscono gravi disagi per la mancanza di acqua nel periodo estivo. Quest’anno, evidentemente in ossequio alla crisi, stiamo riuscendo a fare ancora meglio: siamo a novembre, nei negozi si vendono già le luminarie di Natale, ma dai nostri rubinetti l’acqua continua a non uscire, se non a singhiozzo”.

E’ forte la protesta del sindaco di Orsogna, Alessandro D’Alessandro, stanco, come i suoi cittadini, di una situazione non più sostenibile.

“L’acqua che arriva solo in alcune ore del giorno” scrive in una nota “le interruzioni e i razionamenti improvvisi e non prevedibili dell’erogazione idrica stanno mettendo tutti in una situazione di difficoltà che non è concepibile e immaginabile in un paese che non fa parte di una regione subsahariana, ma sta proprio a ridosso della seconda vetta dell’Appennino. Diverse aziende, bar, pasticcerie, alimentari e tutti i negozi in genere stanno pagando un pegno troppo alto che si aggiunge ai disagi quotidiani che ognuno di noi ha dentro casa, soprattutto con i più deboli, bambini e anziani. Una situazione di improvvisa e grave difficoltà si è verificata per esempio domenica mattina alla Cantina di Orsogna. Non avendo più i sindaci alcuna competenza e alcun potere sulla materia, chiedo con forza due cose alla Sasi e alle altre istituzioni che possono intervenire: che nell’organizzare il flusso dell’acqua tra i vari Comuni si tenga conto non solo delle esigenze dei centri maggiori, perché tanto la voce di quelli minori è considerata più flebile; che si agisca da subito con interventi decisivi e importanti sulla rete idrica per evitare che dalla prossima estate il problema diventi non solo drammatico, come è oggi, ma catastrofico. Inoltre, visti i disagi cui ormai sono abituati gli orsognesi da troppi anni, perché non valutare riduzioni tariffarie per i Comuni serviti dalla linea dell’Avello? L’acqua va pagata, ovviamente, e come sindaco non voglio spingere in direzione opposta. Allo stesso tempo penso che, come per altri cittadini di altri Comuni, sia parimenti giusto poter “decidere” quando utilizzarla. Del resto, siamo certi che, con le continue aperture e chiusure, l’acqua ci arrivi sempre limpida? E che dire delle continue sollecitazioni che subiscono le nostre già fatiscenti reti idriche? Noi sindaci siamo rimasti l’ultimo ‘sportello’ al quale le persone possono rivolgersi sul territorio, ma non abbiamo più finanziamenti, personale, competenze nemmeno su un contatore dell’acqua. Il fatto che i nostri Comuni continuino a erogare servizi è un miracolo quotidiano dovuto alla testardaggine degli amministratori e dipendenti e alla comprensione dei cittadini. Mi auguro sinceramente che chi ha responsabilità istituzionali capisca che questa situazione non può durare a lungo e che non ci si stupisca se il malumore della gente è sempre più prossimo a travolgere ogni discorso di ‘buonsenso’ politico”.