Una confisca legata alla pericolosità dei due coniugi, già dimostrata dalle indagini condotte nel 2005 dalla Guardia di Finanza di Milano e poi comprovata dalle indagini condotte dal Ros dei Carabinieri di Pescara nel 2010, entrambe per reati in materia di stupefacenti. In sostanza, sia a Milano che in Abruzzo i due coniugi erano parte integrante di associazioni di criminali tese al traffico nazionale ed internazionale di eroina e cocaina. In assenza di altri redditi, i due coniugi hanno dimostrato di possedere una capacità finanziaria e patrimoniale sproporzionata, ottenuta con i frutti delle loro attività illecite.
La Legge 575/1965 ha consentito di confiscare i beni a soggetti indiziati di appartenere ad associazioni mafiose. La stessa confisca poteva applicarsi dal 2008, per effetto dell’abrogazione delle Legge 55/1990, anche ai soggetti non appartenenti a cosche mafiose ma comunque socialmente pericolosi ai sensi della Legge 1423/1956.
La consegna al Comune per finalità sociali dell’immobile confiscato conclude il percorso di ripristino dei valori di legalità a favore della società civile e delle attività di sostegno alle famiglie ed alla cittadinanza in genere.