“E’ infondata l’ipotesi secondo la quale ACI si oppone all’idea di aiutare le popolazioni colpite dal sisma – ha dichiarato il presidente dell’ACI di Chieti, avv. Camillo Tatozzi – perché siamo sempre vicini alle popolazioni colpite da calamità naturali, con tutti gli uomini, i mezzi e il know-how di cui disponiamo. Stiamo attivando una task force di soccorso per la rimozione delle auto distrutte oltreché un centro mobile di servizi di pratiche automobilistiche. Il nostro obiettivo – ha precisato il presidente dell’AC Chieti – è quello di opporci ad una tassazione che ha raggiunto, da tempo, livelli insostenibili, che colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli e i lavoratori e che rischia di mettere in ginocchio il comparto auto, con conseguenze drammatiche per l’occupazione e l’economia italiana. La benzina – ha affermato Tatozzi – è il prodotto più tassato in assoluto: circa il 60% del prezzo alla pompa è fatto di tasse e di tasse sulle tasse (l’IVA sulle accise). Gli automobilisti italiani pagano ancora accise per la guerra in Abissinia (1935), la crisi del canale di Suez (1956), la tragedia del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966) e i terremoti in Belice (1968), Friuli (1976) e Irpinia (1980). E’ ora di dire basta e tassare le ricchezze, non le povertà. L’auto è un limone dal quale non si può più spremere neanche una goccia. Lo dimostrano il crollo dei consumi (benzina -16,1% e gasolio -14,3% ad aprile, ultimo dato ufficiale Ministero dello Sviluppo Economico) e la rilevante riduzione del traffico autostradale, che solo a febbraio ha toccato -14,5% (ultimo dato ufficiale Aiscat). Per ora – ha concluso il presidente dell’AC Chieti – malgrado il crollo dei consumi, il gettito continua ad aumentare, ma se non si farà qualcosa per bloccare questa emorragia, presto anche l’Erario ne risentirà e la tassazione, oltre che soffocante e iniqua, si rivelerà addirittura dannosa per le casse dello Stato”.