Blitz antievasione della Finanza nel Teatino: denunciato un medico della Asl

Guardia-di-FinanzaChieti. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti sono impegnati, da questa mattina, in un vasto “Piano Coordinato di Controllo Economico del Territorio” che interessa diverse aree dei comuni di San Salvo, Atessa, Ortona e Francavilla.

In particolare, pattuglie di finanzieri in divisa stanno controllando eventuali illeciti relativi all’abusivismo commerciale ed alla vendita di merci contraffatte.

Altre pattuglie, in borghese, sono impegnate nel controllo della regolare emissione di scontrini e ricevute fiscali soprattutto nei mercati rionali.

Obiettivo del “Piano Coordinato” è non solo quello di tutelare gli operatori economici regolari dalla illecita concorrenza degli abusivi e di coloro che vendono merci fuori norma, ma anche di evitare che gli esercenti che rispettano gli obblighi di emissione dei documenti fiscali finiscano con il risultare indebitamente svantaggiati rispetto ai loro concorrenti che violano le norme tributarie.

La Compagnia Guardia di Finanza Chieti, inoltre, dopo una complessa indagine di Polizia Giudiziaria, ha denunciato all’Autorità Giudiziaria un medico specialista, dipendente del Presidio Ospedaliero di Chieti, autorizzato a svolgere l’attività professionale in regime di intramoenia. Nello specifico il contratto tra la Asl e i professionisti prevede che al medico spetti una percentuale del 70 per cento circa delle somme incassate per le visite specialistiche prestate negli ambulatori ospedalieri, mentre la restante parte soetta all’Azienda Sanitaria.

Dalle indagini e dall’esame dalla documentazione acquisita le fiamme gialle hanno accertato che il medico riscuoteva il corrispettivo delle visite specialistiche eseguite senza emettere alcuna ricevuta sanitaria. Il professionista è stato denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria, per il reato di peculato e segnalato alla Corte dei Conti per il danno erariale che si aggira intorno al migliaio di euro.

Ancora, la Guardia di Finanza di Lanciano ha scoperto una truffa perpetrata da un noto avvocato di Lanciano ai danni di numerosi clienti. Il professionista aveva proposto a numerose persone di investire i propri risparmi in operazioni speculative, che consistevano nell’acquisto di immobili in aste giudiziali, e nella loro successiva rivendita, con la promessa di un utile dal 5 al 20 per cento. Dopo un primo periodo, il professionista non ha più restituito ai risparmiatori le somme versate e gli assegni bancari dati da lui a garanzia si sono rivelati scoperti.

Nel corso delle indagini è stato riscontrato che, in realtà, l’indagato non ha mai partecipato alle aste giudiziali e tanto meno ha effettuato alternative operazioni speculative, movimentando per il pagamento del guadagno promesso e la restituzione del capitale investito lo stesso denaro consegnatogli da ciascuno dei malcapitati. Il totale accertato delle somme illecitamente raccolte tra il 2006 e il 2007 per finanziare queste operazioni ammonta a circa 7 milioni di euro.

Per gestire le operazioni l’avvocato ha utilizzato un gran numero di conti bancari, alcuni dei quali intestati al nipote, presso i quali è stata fatta transitare la somma raccolta tra i risparmiatori coinvolti ed ha effettuato molteplici operazioni extraconto per cambiare gli assegni bancari o circolari ricevuti.

Nei confronti del professionista è stata eseguita una verifica fiscale contestualmente alle indagini di polizia giudiziaria delegate dall’Autorità Giudiziaria locale.

Il professionista è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Lanciano per i reati di abusiva attività di raccolta del risparmio, truffa aggravata e continuata ed appropriazione indebita aggravata.

Il nipote, non coinvolto direttamente nelle operazioni finanziarie, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Lanciano per il reato di riciclaggio per aver occultato e disperso, con l’utilizzo dei propri conti bancari, il denaro provento dell’attività illecita commessa dall’indagato per l’importo di quasi 4 milioni di euro. Inoltre, dal punto di vista fiscale, i redditi conseguiti dall’attività illecita realizzata, non dichiarati, sono stati recuperati a tassazione.

 

 

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