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San Salvo, Papi Gump insorge su incontro Arcigay all’Istituto Mattioli

Vasto. “I bambini e i ragazzi non devono essere lo strumento per far prevalere il pensiero degli adulti. L’incontro organizzato il 27 aprile scorso dall’Arcigay nell’Istituto ‘Mattioli’ di San Salvo è da bollare come una iniziativa utile a qualcuno per propagandare teorie con l’utilizzo dei ragazzi”.

 Lo ha detto Antonio Borromeo, Presidente dell’associazione nazionale di volontariato per la tutela dei diritti dell’infanzia e della famiglia “Papi Gump”.

“Troppo spesso – ha spiegato – dirigenti scolastici ma anche Enti quali i comuni, utilizzano i nostri bambini e ragazzi per raggiungere i propri obiettivi, forgiare le coscienze ad uso e consumo proprio violando tra l’altro la convenzione per i diritti dell’infanzia secondo la quale i minori vanno tutelati. I ragazzi devono vivere la propria adolescenza studiando e scoprendo, non facendo i portavoce degli adulti o di certe associazioni che entrano nelle scuole con la scusa di parlare di bullismo. Tra l’altro, sul bullismo – ha proseguito Borromeo – ci sarebbe molto da dire. Il fenomeno, infatti, a nostro avviso, andrebbe affrontato diversamente e non puntando solo ed esclusivamente il dito nei confronti del minore che compie appunto atti di bullismo. Il bullo, infatti, è esso stesso vittima di qualcosa che lo porta ad esprimersi in un modo scorretto. Occorrerebbe invece capire qual è la causa di un atto di bullismo, e non solo andare a puntare il dito ed a punire in modo esemplare chi si è reso protagonista di un gesto che è certamente da condannare.”

Sul convegno del 27 aprile scorso Borromeo, detto “Papi Gump”, vuole “avere spiegazioni dal dirigente scolastico che ha accettato di far organizzare nella propria scuola una simile iniziativa. Andremo a fondo – ha concluso – attivando da settembre un monitoraggio costante dei progetti che le scuole portano avanti, perché qui c’è in ballo il futuro dei nostri figli. Intanto l’invito è ai genitori che non devono scaricare le responsabilità e hanno il dovere di denunciare tutto ciò che non va sulla didattica delle scuole”.