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Taralli e hashish: quattro arresti nel chietino

Chieti. I Carabinieri della compagnia di Chieti nella mattinata di sabato 14 gennaio hanno tratto in arresto quattro persone per detenzione ai fini di spaccio di circa 19 chili di hashish.

Sotto costante sorveglianza dei militari, dopo diversi movimenti sospetti, durante i quali, tre foggiani e un pescarese, si sono scambiati più volte i posti all’interno di due autovetture, una VW Golf e una Citroen C3, trapsortando da una macchina all’altra uno scatolone apparentemente contenente confezioni di taralli pugliesi, sono stati fermati dai militari che proprio sulla C3, nascosti tra i pannelli delle portiere anteriori, hanno rinvenuto 200 panetti di hashish per un peso complessivo di circa 19 kg. Sono così finiti in manette: Luca Cavallito, 38enne di Montesilvano, ex calciatore di categorie minori; Francesco Direda, 32enne di Cerignola (Fg), commerciante ambulante; Vincenzo Di Lorenzo, 35enne di Cerignola, imprenditore e contitolare della ditta che produce i taralli e Giancarlo Garofalo, 44enne di Cerignola (Fg), impiegato presso la ditta di Di Lorenzo. All’interno delle autovetture, entrambe sottoposte a sequestro, oltre allo stupefacente, sono stati trovati circa 20 cartoni, identici a quello con cui trasportavano l’hashish, contenenti però confezioni di taralli pugliesi prodotti dalla ditta di uno degli arrestati. Sui panetti di hashish spicca impressa l’immagine di un dromedario, riprova della particolare qualità della droga sequestrata che quasi sicuramente sarebbe stata immessa nel mercato dell’area metropolitana Chieti-Pescara, circostanza supponibile dai diversi movimenti eseguiti dai quattro che si sono spostati diverse volte dalla periferia di Pescara verso l’hinterland teatino. Lo stupefacente sequestrato avrebbe fruttato al dettaglio circa 150 mila euro. I quattro, dopo l’arresto, sono stati associati al carcere di Chieti. Le indagini, volte ad appurare l’originaria provenienza dello stupefacente, sono ora coordinate dal sostituto procuratore dr. Giuseppe Falasca della Procura di Chieti.