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Lanciano, inchiesta su servizio lavanderia Asl: dirigente nega accuse

Lanciano. Interrogatorio di garanzia oggi al tribunale di Lanciano di Tiziana Spadaccini, di Vasto, arrestata lunedì scorso, e posta ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta per la maxi liquidazione la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti alla società Publiclean che svolge il servizio di lavanderia.

Nella transazione la società di lavanolo secondo l’accusa avrebbe ottenuto 2 milioni e 130 mila euro in più rispetto al lavoro svolto dal 2009 al 2014. Spadaccini, nel ruolo di dirigente dei servizi economali e logistici della Asl, era la responsabile della pratica e, stamani, al gip Massimo Canosa ha negato ogni responsabilità in merito alla accuse di abuso d’ ufficio e falso ideologico, nella formulazione delle delibere, per avvantaggiare la Publiclean con la milionaria liquidazione, avvenuta con le determine dirigenziali del 18 dicembre 2015 e 21 marzo 2016.

Secondo l’accusa del procuratore facente funzioni Rosaria Vecchi, la Asl avrebbe sborsato di più avvantaggiando un soggetto privato. Nello specifico, della prima trance di 2.454 milioni di euro il surplus sarebbe stato di 1 milione e 855 mila euro, mentre per la seconda liquidazione di 825.904 euro la maggiorazione sarebbe stata di 275 mila euro.

“Spadaccini – dice il legale difensore Alessandro Orlando -, ha spiegato al gip le ragioni della transazione, che è stata molto complessa, e del ricalcolo delle fatture”.

Domani in carcere sarà invece interrogato l’imprenditore Antonio Colasante, di Lanciano, a capo della Publiclean, accusato di riciclaggio della liquidazione ottenuta, finita sul suo conto, attraverso passaggi di bonifici transitati in pochi giorni in altre quattro società della Holding Colasante e utilizzati per l’acquisto di una villa a Porto Cervo, posta sotto sequestro preventivo.

Nell’inchiesta sono indagate altre sette persone, tra loro il manager Asl Pasquale Flacco che ha firmato alcune delibere relative al servizio.