Dall’indagine condotta dalla Guardia di Finanza locale è emerso che la società avrebbe ottenuto indebitamente il finanziamento per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e a vapore all’interno della zona industriale di San Salvo.
Il meccanismo fraudolento si sarebbe fondato su false attestazioni in base alle quali l’impianto sarebbe stato ultimato e avviato entro i termini stabiliti dal Ministero del Tesoro.
I finanzieri, a seguito di una denuncia del Ministero dello sviluppo economico, hanno ricostruito l’iter dei lavori, giungendo alla conclusione che i lavori erano stati ultimati oltre il termine con conseguente decadenza dal beneficio statale.
In sostanza l’impianto, tuttora operante, è stato realizzato, ma in tempi successivi a quelli indicati nelle certificazioni suindicate, per non perdere il contributo che imponeva una tempistica ben precisa.
La Procura di Vasto ha chiesto il rinvio a giudizio del legale rappresentante e del procuratore speciale della società, responsabili dei reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e false attestazioni.
Ha inoltre chiesto il processo a carico della società, che oggi fa capo ad una holding internazionale, che prevede un’autonoma responsabilità della persona giuridica nel caso in cui i responsabili dell’impresa non abbiano attuato i modelli di organizzazione idonei ad evitare la commissione di reati nell’interesse della società. Si tratta di uno strumento giuridico importante che la Procura vastese ha ritenuto di applicare nel caso specifico data la rilevanza della vicenda.
La società rischia sanzioni pecuniarie e interdittive, oltre al recupero di 5 milioni di euro concessi come contributo.