Chieti. E’ stata una trentenne che vive a Chieti, con la quale due notti fa Fausto Di Marco aveva tentato un approccio respinto, a presentarsi alle 13 di ieri ai carabinieri della Compagnia di Chieti, comandati dal maggiore Federico Fazio, e a raccontare cosa era accaduto, come e perché Di Marco è stato ucciso.
Fino a quel momento nulla era venuto fuori dai numerosi testimoni sentiti in Questura dalla Squadra Mobile e trovati all’esterno del kebab e del circolo privato di Chieti Scalo, sulla dinamica dell’omicidio di Di Marco perchè nessuno, fra i testimoni, diceva di aver visto alcunchè, né liti, né screzi né altro.
La donna invece, amica di Emanuele Cipressi, il 24enne padre di due figli sottoposto a fermo del pubblico ministero di Chieti Giancarlo Ciani nel tardo pomeriggio di ieri con l’accusa di omicidio, aveva visto tutta la scena perchè era in compagnia del 24enne, all’esterno del circolo in cui aveva trascorso la serata, quando Di Marco aveva tentato, a quanto pare ubriaco, un approccio piuttosto pesante e che lei aveva respinto.
Sentitosi respinto, Di Marco, secondo il racconto della testimone, le ha lanciato un bicchiere che lei è riuscita a schivare ed è finto addosso a Cipressi. Cipressi, che in quel momento aveva in mano una bottiglia di birra, un po’ per difendere la ragazza sua amica, un po’ per il bicchiere, si è avvicinato a Di Marco.
Ne è nata una colluttazione, i due sono finiti a terra e quando Cipressi si è rialzato Di Marco, che pure si è quasi rialzato barcollante, perdeva già molto sangue, raggiunto al collo probabilmente da un coccio di bottiglia che gli ha reciso le vene della carotide.
La ragazza a quel punto, alla vista del sangue e pensando che Di Marzio fosse solo ferito, è tornata a casa. Ma quando, in tarda mattinata, ha appreso dai telegiornali che quell’uomo era morto, ha deciso che non poteva tenersi dentro quel peso ed ha raccontato tutto ai carabinieri.
A rafforzare gli indizi contro Cipressi anche un paio di jeans, macchiati di sangue, trovati nel bagno della casa in cui il giovane vive.
Oltre che con i gravi indizi di colpevolezza il fermo, che ora dovrà essere convalidato ma l’udienza non è stata ancora fissata, è stato motivato anche con il pericolo di fuga perché il giovane si è allontanato immediatamente dal luogo del delitto e, una volta a casa, vistosi scoperto, avrebbe potuto fuggire.
L’autopsia dovrebbe svolgersi il prossimo 12 ottobre.
Raimondi (L’altra Chieti): ‘Organizzare fiaccolata per dire No alla violenza’
Il capogruppo de L’altra Chieti Enrico Raimondi questa mattina, in apertura di Consiglio comunale, ha avanzato la proposta di organizzare una fiaccolata per dire No ad ogni forma di violenza.
”La morte di Fausto, che ha colpito la coscienza cittadina, segue a quella di Simone ed una serie di atti di aggressione che sono intollerabili”, ha detto Raimondi riferendosi all’omicidio di Fausto Di Marco e a quello di Simone Daita, morto nei mesi scorso in dopo mesi di coma in seguito ad un’aggressione.
”La Città deve far capire che non ci può essere spazio per la violenza e l’intera collettività deve unirsi per isolare i violenti – ha aggiunto Raimondi – Ecco perché ho proposto una fiaccolata.
Per rendere chiaro che l’intera collettività si deve fare carico di prevenire e controllare e non affidarsi esclusivamente alle forze dell’ordine, che, alle condizioni attuali, non può garantire un controllo capillare del territorio.
Mi auguro, peraltro, che a questa manifestazione aderiranno anche le forze dell’ordine, a cui va la mia solidarietà per il lavoro che quotidianamente svolgono nonostante la scarsità di risorse a loro disposizione”.