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Salvataggio Carichieti, Nicastro: entro 2016 banca sarà venduta

Sale la protesta dei risparmiatori che hanno perso migliaia di euro nel crack delle quattro banche (Banca Popolare di Etruria e del Lazio, Banca Marche, Banca Cariferrara e Carichieti) salvate dal governo.

 

 

 

Il comitato “Vittime del salva-banche” annuncia di chiudere i conti e spostarli in altre banche “che godono di una vigilanza più attenta rispetto a quella che è stata in grado di fornire Bankitalia”. “Non sono preoccupato perché penso debba prevalere il buonsenso”. Replica intervistato a Skytg24 il presidente dei 4 ‘nuovi’ istituti di credito, Roberto Nicastro, che assicura: “sono solidi e liquidi, sicurissimi” e punta a chiudere la loro cessione a “istituzioni italiane o estere” entro la “prima metà del 2016. Abbiamo già interessi significativi da parte di banche italiane e straniere” ha aggiunto Nicastro ch parteciperanno all’asta pubblica.

 

 

 

Quanto ad eventuali rimborsi ai risparmiatori che hanno sottoscritto le obbligazioni subordinate i paletti fissati dalla Ue “sono precisissimi e rigidissimi” ha detto Nicastro che ha ricordato come all’Italia sia stato imposto “un diktat con una durezza senza precedenti”. C’è stata “un’asimmetria nell’atteggiamento dell’Unione europea fra i paesi” ricordando come l’Italia abbia avuto una minore quantità di fondi pubblici per i salvataggi degli istituti di credito. “A fronte di questo – ha aggiunto – si sarebbe atteso maggiore comprensione”. Se la maggioranza lavora a creare un fondo, finanziato per un terzo dalla Stato e per due terzi dalle banche, per salvaguardare i correntisti “retails” titolari delle obbligazioni subordinate diventate carta straccia, il Movimento 5 stelle propone di “ridurre al 3% i dividendi di Bankitalia e destinare le risorse, circa 200 milioni, a dare un primo sollievo agli obbligazionisti ingannati”. Mentre il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta parla di “governo in stato confusionale capace di difendere solo gli amici” Ma a stare male ci sono soprattutto i dipendenti delle quattro banche che, come si legge nella lettera inviata dai sindacati della Cgil a Nicastro, “sono i primi a pagare il conto con riduzioni di salario, perdita di diritti e peggioramento delle condizioni di lavoro”. Per non parlare delle perdite subite perché anche loro detenevano azioni e obbligazioni della banca presso la quale lavoravano.

 

 

 
Mentre il comitato “Vittime del Salva Banche”, appoggiato dalle organizzazioni dei consumatori, minaccia di svuotare i conti correnti e di portarli presso istituti “che godono di una vigilanza più attenta rispetto a quella che è stata in grado di fornire Bankitalia” (quindi banche straniere, molto probabilmente svizzere): Adusbef e Federconsumatori hanno calcolato che nei portafogli titoli delle banche italiane ci sarebbero almeno 60 miliardi di euro in obbligazioni subordinate quindi ad alto rischio (ma ad alto rendimento). Infatti i clienti delle quattro banche che si sono visti bruciare i propri risparmi è perché, incautamente o mal consigliati, hanno investito in titoli ad alto rischio come le obbligazioni subordinate. Tuttavia lo stesso Nicastro ha ammesso che prima del 2007 e il varo del Mifid era “diffusa la convinzione che le subordinate avessero un rischio basso”.