Chieti. Il sindacato pensionati Spi Cgil della provincia di Chieti, oltre a stringersi intorno ai lavoratori e alle lavoratrici della Casa di Riposo di Chieti, sollecita le istituzioni ma anche tutte le forze politiche a sostenere una mobilitazione giusta e doverosa (ma anche impegnativa) affinché si arrivi a una conclusione positiva per tutti.
Lo Spi inoltre conferma la vicinanza ai pazienti non autosufficienti ricoverati nella struttura, una posizione condivisa anche con la Funzione Pubblica della Cgil, la categoria che rappresenta i lavoratori di questo settore.
“Comunque sia – si legge in una nota – è indispensabile trovare soluzioni che garantiscano dignità e rispetto agli ospiti della Casa di riposo, non trascurando ovviamente la condizione di lavoro di tutti gli operatori. Oggi più che mai è necessario aprire una vera discussione sulle gestioni e sui controlli di queste strutture, perché anche la condizione degli anziani merita un’attenzione seria da parte di tutti, a partire dalle istituzioni locali e fino al governo nazionale, per trovare soluzioni che garantiscano il rispetto e la dignità delle persone più fragili. Occorre dunque riportare al centro del sistema il cittadino e i suoi bisogni. Lo Spi da parte sua torna a rivendicare la legge nazionale sulla non autosufficienza, di cui oggi più che mai si sente il bisogno poiché la disabilità – e quella degli anziani in modo particolare – vive una fase di abbandono, laddove i continui tagli effettuati dai governi che si sono succeduti hanno indebolito profondamente una struttura che, non priva di effettivi sprechi, non è riuscita a conservare e migliorare l’efficacia ma è regredita in maniera indiscriminata rispetto alle risposte ai bisogni delle persone. Sempre più diffusa poi è la percezione (e non solo) di un sistema sanitario e sociale pubblico in estremo affanno, non più in grado di soddisfare i bisogni di una popolazione in profondo cambiamento specialmente per due aspetti epocali: il progressivo invecchiamento e la diffusa mobilità dei popoli. Il sistema dei ticket e i tempi di attesa delle prestazioni hanno spinto sempre di più chi ha potuto permetterselo verso prestazioni privatistiche a pagamento, il cui costo a volte risulta concorrenziale con l’entità del ticket da pagare. Invece i più deboli economicamente, e tra questi soprattutto i pensionati, hanno dovuto effettuare una scelta disperata rinunciando spesso alle prestazioni necessarie. Inoltre la suddivisione del sistema salute fra interventi sanitari e sociali è diventata nel tempo una potenziale causa di sovrapposizioni, duplicazioni e confusione di ruoli e di funzioni. Gli attuali assetti organizzativi dei servizi e la gestione delle risorse provenienti da diverse forme di finanziamento, con differenti modalità di gestione, hanno scaricato principalmente e irresponsabilmente sull’utente tutte queste profonde contraddizioni. Purtroppo è necessario constatare che la sanità è sempre più una variabile dipendente dalle compatibilità economiche e non dai bisogni reali di salute dei cittadini”.
“Lo Spi provinciale di Chieti – conclude la nota – vuole infine ricordare alla giunta regionale e a tutti gli amministratori che la Medicina Generale e il territorio su cui essa opera rappresentano il fronte più delicato su cui si gioca la partita della difesa e promozione del sistema pubblico. Garantire sul territorio migliori cure primarie, servizi territoriali più efficienti sono obiettivi irrinunciabili, se vogliamo veramente chiamarci una Regione Civile”.