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Teramo, la protesta dei cittadini terremotati: pronta una raccolta firme

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di un cittadino teramano.

Sono passati ormai due anni dal disastroso terremoto che ha portato molti abitanti della provincia di Teramo e di tutto il centro Italia lontano dalla propria casa, ritenuta inagibile causa sisma. Ad oggi poco è stato fatto, ma molto è stato programmato per coloro che hanno una abitazione inagibile con esito finale categoria “E” o “F”.

Di fatti, la Giunta della Regione Abruzzo per ovviare alla situazione di Emergenza Abitativa ha incaricato il Centro Operativo Regionale della Protezione Civile di emanare un Avviso Pubblico per comprare alcuni immobili da usare come alloggi per i residenti in edifici danneggiati, ma solo e soltanto per coloro che hanno un esito di inagibilità E o F, abbiano l’abitazione in zona rossa (art. 14 del DL 8/2017), o totalmente distrutta.

Contro questa discutibile iniziativa i terremotati stanno organizzando una raccolta di firme nella quale si legge:

NOI TERREMOTATI GRADIREMMO TORNARE AL PIÙ PRESTO NELLE CASE DI NOSTRA PROPRIETÀ, FRUTTO DEL NOSTRO sudato LAVORO, e NON PROCRASTINARE LA SITUAZIONE DI DISAGIO IN SISTEMAZIONI DI DUBBIO PROFILO E DI SCARSA SALUBRITÀ, VISTA ANCHE l’esigua METRATURA PER PERSONA, CHE RISCHIEREBBERO NEL TEMPO DI DIVENTARE DEFINITIVE e ADDIRITTURA A pagamento.

Il costo dell’ intera operazione sfiora l’ esorbitante cifra di 70 milioni di euro e appare subito agli occhi di tutti come un inutile spreco di denaro pubblico finalizzato a comprare degli immobili superflui; senza contare che questa somma, INVECE CHE ESSERE DEVIATA NELLE TASCHE DI PRIVATI, potrebbe essere invece utilizzata PER CONTRIBUIRE ALLA RISTRUTTURAZIONE DEGLI IMMOBILI CON ESITO FINALE DI INAGIBILITÀ CATEGORIA “E” o “F”, ALTRIMENTI SENZA FUTURO, viste le improponibili lungaggini burocratiche con le quali si sta scontrando l’intera opera di ricostruzione sul piano regionale e non solo.

Per questi motivi i terremotati teramani si preparano a raccogliere tutte le loro firme per portarle fin dentro ai palazzi del potere, con una petizione finalizzata a far annullare completamente la bella pensata dei politici abruzzesi”.