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Serie C, Di Matteo: “La camorra? Sono scappato dal mio paese a 16 anni”

Dopo le polemiche divampate in seguito ad un’intervista a VeraTv rilasciata dal nuovo amministratore delegato del Teramo Calcio, Nicola Di Matteo, lo stesso nuovo socio biancorosso risponde con una nota ufficiale che riportiamo integralmente.

“Come avrete intuito, non mi ritengo un fine oratore, né tantomeno ho in dote la capacità di argomentare in modo abile e persuasivo, specialmente di fronte una telecamera, ma l’oggetto della conferenza, la mia presentazione nel ruolo di Amministratore delegato della S.s. Teramo Calcio, lo imponeva e non mi sono tirato indietro – dice Di Matteo – È la storia della mia vita a confermarlo: alle mere chiacchiere ho sempre risposto con i fatti, gli stessi che mi hanno portato a costruire qualcosa d’importante nel mio ramo professionale, partendo davvero dal nulla. Se a soli sedici anni ho deciso, di mia precisa sponte e, anche contro la volontà della mia famiglia, per evidenti motivi vista la mia tenera età, di scappare dal mio paese d’origine (Villa Literno a Caserta; ndg) come un emigrante coraggioso e di cercare di crearmi una vita diversa, come peraltro candidamente affermato nelle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa, è semplicemente perché pensavo di potermi creare un futuro normale, magari migliore. La mia è una vita salvata, perché come riportato nella mia biografia, se fossi rimasto nel mio luogo natìo, probabilmente mi sarei trovato in situazioni molto delicate”.

E ancora: “Non rinnego la mia terra, né le mie origini, ci mancherebbe, così come fa parte del mio animo rispettare tutti, ma ribadisco un concetto già affermato, per evitare ulteriori malintesi: ognuno di noi ha il diritto di scegliersi la sua strada e di disegnare il proprio percorso, ma quel tipo di vita non mi piaceva, né la reputo raccomandabile. La serietà professionale e lo spirito di sacrificio sono stati gli unici ingredienti capaci di portarmi dove sono ora, con lealtà e rettitudine. Rivolgendomi, ora, in maniera specifica alla città di Teramo, vorrei che possiate giudicarmi non per i classici luoghi comuni che caratterizzano il nostro Paese, viste le mie origini, ma per il lavoro che metterò in opera: sono un entusiasta del calcio e cercherò di dare una mano al club con l’innata passione che mi lega a questa disciplina. Se dovessi riuscirci o meno, sarà soltanto il tempo a valutarlo”.

Le polemiche erano divampate perché nell’intervista Di Matteo sembrava volesse giustificare la camorra. Sia il sindaco Gianguido D’Alberto che il Pd tramite il capogruppo Luca Pilotti sono nelle scorse ore intervenuti condannando le sue parole, sicuramente dopo averle ascoltate.

La Lega Pro, in merito alle dichiarazioni dall’amministratore delegato del Teramo Calcio, Nicola Di Matteo (“La camorra è una scelta di vita” tra le altre NdR), ha segnalato le stesse alla Procura Federale ed ha attivato il proprio Comitato Etico, presieduto dal Prefetto Francesco Cirillo.