L’Abruzzo si ferma per lo sciopero generale: venerdì la mobilitazione di lavoratori, studenti e pensionati
L’Abruzzo fa sentire la sua voce. Domani, nella giornata di venerdì 29 novembre, migliaia di persone aderiranno allo sciopero nazionale e scenderanno in piazza sotto le bandiere di Cgil e Uil (la Cisl non ha aderito). L’obiettivo è protestare contro una manovra di bilancio che i sindacati definiscono “inadeguata” e “dannosa”. Alla manifestazione prenderanno parte lavoratori dei trasporti, della sanità e della scuola, ma anche operai, studenti e pensionati.
Da programma sono quattro i sit-in previsti alle 10:30, in contemporanea davanti alle prefetture di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo. In queste sedi i manifestanti consegneranno un documento, all’interno del quale ci sarà l’elenco delle criticità della legge di bilancio e le conseguenti richieste specifiche per ogni provincia.
Quest’ultime prevedono aumenti salariali, la rivalutazione delle pensioni, il finanziamento di sanità, istruzione e trasporti pubblici, oltre al rilancio delle politiche industriali. “La manovra non risolve i problemi dei cittadini“, le parole riportare da ‘Il Centro‘ di Carmine Ranieri, segretario regionale della Cgil, e Michele Lombardo, segretario Uil Abruzzo.
Tra i punti più contestati c’è poi l’inflazione, che divora il potere d’acquisto, la precarietà in crescita e l’insufficienza delle misure per le fasce più deboli. “Un aumento di soli 3 euro al mese per le pensioni minime è una beffa“, accusano i sindacati, che bocciano anche la politica fiscale del Governo.
L’Abruzzo, come il resto d’Italia, paga il prezzo di una crisi industriale che sta colpendo settori chiave, come l’automotive, mentre i dati sull’occupazione raccontano una realtà fatta di stipendi bassi e lavori precari.
“A fine 2022, il 50% dei salari abruzzesi era sotto i mille euro“, sottolinea Ranieri, che denuncia anche il calo delle ore lavorate: “Il governo continua a sbandierare dati parziali, ma i report di Banca d’Italia, Istat e Inps mostrano tutt’altro: servono politiche industriali forti per evitare la catastrofe“.
Il malcontento abbraccia anche il sistema sanitario, che secondo i sindacati è “al collasso”. Nonostante un aumento del fondo sanitario, le risorse non bastano a compensare l’inflazione e a rispondere alle esigenze dei cittadini. “Il finanziamento è insufficiente, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: liste d’attesa interminabili, servizi dimezzati, strutture che arrancano“, aggiunge Ranieri.
Lo sciopero prevede l’astensione dal lavoro per 24 ore, con possibili disagi per i viaggiatori, i trasporti pubblici e i servizi scolastici e sanitari. Anche gli agenti del comparto sicurezza parteciperanno alla mobilitazione, rendendo ancora più capillare l’adesione alla protesta.
“Non ci sono scuse, i soldi ci sono e vanno presi dove sono: rendite, extraprofitti, grandi ricchezze ed evasione fiscale“, dichiarano i sindacati, che chiedono un cambio di rotta.