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Scanzi vaccinato: “Volevo dare un messaggio”. Ma è polemica

In un Paese normale dovrebbero ringraziarmi per quello che ho fatto”.

Le parole di Andrea Scanzi, noto giornalista de Il Fatto Quotidiano, arrivano in un video-post Facebook dal titolo “Ho rubato il vaccino a Draghi” a pochi giorni dalla polemica che lo ha investito.

Venerdì 19 marzo, infatti, si era sottoposto a vaccinazione AstraZeneca, ricevendo la prima dose ad Arezzo dove risiede, scatenando un acceso dibattito social e una forte indignazione “la vaccinazione era lecita, autorizzata, legale sotto tutti i punti di vista. La rifarei ora, domani, sempre. Larga parte degli italiani avrebbe dovuto ringraziarmi perché mi sono vaccinato in un momento storico in cui nessuno avrebbe voluto fare il vaccino AstraZeneca. Io ho accettato proprio perché volevo dare un segnale”.

Nel video Scanzi ripercorre tutte le tappe che ha seguito per arrivare alla vaccinazione: dall’appuntamento col medico di base alla sua disponibilità ad accettare qualsiasi dose rimasta inutilizzata, se destinata a finire nel cestino, senza rubare il posto a nessuno. “Mi fido della scienza e volevo usare la mia popolarità per dare fiducia alla gente dopo aver sentito che un 60% degli italiani erano pronti a rifiutare le dosi di AstraZeneca” continua Scanzi che però non ha potuto evitare la macchina del fango, nonostante fosse regolarmente iscritto, da febbraio, in quella che viene chiamata “lista dei panchinari” o categoria caregiver in quanto figlio unico di genitori a rischio.

Additato come “furbetto” dal popolo social per non aver lasciato quella dose ai propri genitori, o a persone più fragili, in realtà Scanzi era tra quelle persone disponibili ad essere contattate in caso di dosi avanzate a fine giornata e che, nel momento in cui vengono raggiunti dalla telefonata, devono presentarsi al centro vaccinale entro 20 minuti.

Il tema delle dosi inutilizzate è molto delicato tanto che il generale Figliuolo lo ha disciplinato con ordinanza affinché la campagna vaccinale prosegua senza sprechi.

Nessuna irregolarità” ha ora chiarito la Asl territoriale Toscana Sud Est dopo una accurata verifica, a difesa del giornalista si era schierato anche il viceministro Sileri durante la trasmissione non è l’Arena.