In quest’autunno che si sta avviando verso l’inverno, anziché lodare l’inizio di un “risolutore” letargo, avremmo voluto sentire dire o leggere quali misure il Parco e/o altre autorità hanno iniziato a mettere in pratica per salvare l’orso: ci hanno invece imbottiti di altre chiacchiere! Mi riferisco all’ultimo (ennesimo!) convegno sui problemi dell’Orso marsicano tenutosi questa volta a Pettorano sul Gizio (ed è già sintomatico, visto che siamo ben all’esterno di quello che era l’area di vita di una popolazione un tempo florida e ben radicata nel territorio del Parco e suoi limitati circondari!). Evidentemente l’orso emigra sempre più, svuotando il “serbatoio” Parco, ma di questo non frega a nessuno, anzi.
L’importante è divenuto creare i “corridoio”, anche questi inventati in America ma con ben altre finalità che non la semplice chiusura della caccia (che là non vi è applicata!). Hanno addirittura protestato, pro domo loro, per il divieto alla cattura di altri orsi, come se l’orso si salvasse catturandolo e manipolandolo, anziché lasciandolo in pace!
L’unica cosa giusta che è stata divulgata, è la dichiarazione dei 4-5 milioni di euro spesi per sostenere delle ricerche che sono solo servite a mantenere i ricercatori (mentre, ci hanno detto, morivano ben 12 orsi!). Cosa anche condivisibile (la prima), vista la carenza di lavoro per tanti giovani oggi esistente, ma non certo utile a salvare l’orso. Senza ignorare i rischi di queste catture: e qui ricordiamo addirittura i diversi Camosci d’Abruzzo già morti per erronee operazioni di catture (di cui nessuno ci ha mai parlato: perché la polvere si nasconde sotto il tappeto!), per non dire degli orsi azzoppati (anche questi, sempre celati all’opinione pubblica!).
Ci hanno invece parlato degli “orsi problematici”, quasi fosse una specie a se stante, anziché animali con problemi creati dall’uomo (e forse proprio ed anche dalle manipolazioni). Ma nonostante gli studi nessuno ci ha finora saputo spiegare le ragioni di questo problema comportamentale MAI presentatosi prima nella storia dell’Orso marsicano! E, con la scusa di provvedervi, oggi vorrebbero essere esentati dal divieto alla loro cattura, esenzione peraltro già ottenuta in via straordinaria per l’orsa “Peppina” (che ridicolaggine anche questa disneyana umanizzazione!) per un inutile trasloco, che non risolverà il problema.
A quando il via alle coltivazioni dei campi abbandonati e loro difesa con i “recinti Finamore”? A quando il via all’incentivazione dell’allevamento quanto meno ovino nel territorio del Parco? A quando il via alla riduzione della presenza dei cinghiali (ed anche del cervo, visto che non noi ma l’Università di Siena ha stabilito che siano in netta competizione almeno con il Camoscio!)? A quando un divieto assoluto al turismo almeno in certi luoghi e certi periodi (i nativi americani docet!)? A quando una spending rewiev che dica basta a nuove ricerche, vista la palese loro inutilità dimostrata dallo sbilanciamento fondi spese e risultati?
L’opinione pubblica di questo vorrebbe leggere, e l’Orso marsicano di questo ha bisogno. Non di “corridori”, di radiocollari, di inutili potature di ramno e mele, non di recinti elettrici che allontano sempre più l’orso impedendogli di predare, non di cartelli segnaletici per turisti, non di convegni, non di PATOM, né tanto meno di divieti vessatori verso tutte le categorie di cittadini che nel Parco e suoi circondari operano nel campo della ruralità e che da sempre hanno convissuto in pace ed equilibrio con l’Orso marsicano (e di cui l’orso ha bisogno).
Franco Zunino
(Segretario Generale dell’Associazione Italiana Wilderness)
Già primo studioso sul campo dell’Orso marsicano