No al terminal bus dell’Anagnina: l’Abruzzo si mobilita

In una nota inviata ai sindaci abruzzesi, alle organizzazioni economiche e sociali e ai rappresentati dei viaggiatori pendolari, il presidente della Regione, Giovanni Lolli, ha ribadito il valore strategico del collegamento su gomma tra Roma e l’Abruzzo, ritenuto “fondamentale nella quotidianità dei rapporti tra l’Abruzzo e il Lazio e nelle prospettive del sistema di infrastrutture per l’economia, il turismo, i servizi sia a favore dei cittadini che delle imprese”.

 

Per sottolineare il NO dell’intera comunità regionale al ventilato temporaneo spostamento del terminal bus dalla stazione Tiburtina a quella dell’Anagnina e per comunicare al resto del Paese la propria contrarietà, Lolli ha convocato una conferenza stampa, concordata insieme alla Regione Lazio, che avrà luogo il giorno lunedì 12 novembre, alle ore 11,00, a Roma, negli spazi del “Terminal Bus Tiburtina”. “Da tempo le nostre Regioni”, prosegue il presidente della Regione nella sua missiva, “lavorano a un progetto che mira a rafforzare il collegamento trasversale tra l’Adriatico e il Tirreno e in questa direzione va la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra l’Autorità portuale abruzzese e il Porto di Civitavecchia per valorizzare le connessioni di transito lungo la direttrice tra Barcellona e i Balcani”.

“Ma il collegamento con Roma è funzionale anche ai tanti cittadini romani che hanno scelto di vivere in Abruzzo e di lavorare a Roma. E le nostre economie sono profondamente intrecciate come dimostra la sinergia che si sviluppa in tema di ricerca e sviluppo sulle politiche dello spazio. Ricordo poi che ancora recentemente l’Abruzzo ha rinnovato il suo impegno a farsi carico di una cospicua parte dei rifiuti urbani prodotti dalla città di Roma nell’ambito di una visione solidale e collaborativa tra istituzioni”.

“Il tema dunque è tanto più rilevante nella fase attuale in cui la sicurezza autostradale è al centro dell’attenzione di tutti e il costo dei pedaggi incide pesantemente nel traffico degli utenti”. Per questi motivi, la recente scelta della Giunta Capitolina del 16 ottobre scorso di spostare il capolinea dei bus da Tiburtina ad Anagnina, determinerebbe, secondo Lolli, un ulteriore peggioramento a danno delle migliaia di pendolari abruzzesi e di tutti coloro che da altre destinazioni raggiungono o si muovono su Roma.

Oggi Tiburtina è il terminal per tutti i pullman interregionali, nazionali e internazionali in arrivo e in partenza dalla capitale: vi transitano oltre 8 milioni di viaggiatori ogni anno, vi operano 103 società del trasporto, vi si muovono circa 900 autobus giornalieri tra arrivi e partenze. I lavoratori e gli studenti che vi giungono quotidianamente, possono agevolmente accedere sia alla metropolitana sia alla stazione ferroviaria divenuta nel 2011 HUB dell’alta velocità nel sistema nazionale dei trasporti. “Con lo spostamento ad Anagnina, invece”, sostiene Lolli, “i viaggiatori sarebbero costretti ad allungare di molto i tempi per arrivare a Termini o per raggiungere lo snodo ferroviario e le ulteriori rispettive destinazioni, con conseguente allungamento degli orari di percorrenza.

Una penalizzazione che, ovviamente, graverebbe anche sul percorso inverso”. “Sarebbe paradossale e grave che nel momento in cui l’Abruzzo e il Lazio lottano per la sicurezza e l’accessibilità economica dei pedaggi autostradali, il cui costo eccessivo costituisce un ostacolo ai collegamenti con la capitale, sia sottratta anche la possibilità di muoversi da e verso Roma in tempi sostenibili attraverso il servizio degli autobus”.

Secondo il Presiedente della Regione Abruzzo, gli annunci del Comune di Roma sul carattere “transitorio” dello spostamento sarebbero infondati: “infatti lo spostamento del capolinea di Tiburtina, che penalizzerebbe la gestione della società Tibus che lì ha investito, rischia di produrre lunghi contenziosi e di determinare tempi complessi e oneri di progettazione per realizzare le opere ad Anagnina, senza minimamente incidere sulla valorizzazione e qualificazione del Terminal Tiburtina e il tutto finirebbe per scaricarsi sulle condizioni di viaggio e di lavoro dei pendolari”.

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