La Lega che non “lega”: dirigenti e militanti abruzzesi lanciano un invito al coordinatore regionale

C’è una Lega che a livello nazionale rappresenta l’unica speranza di cambiamento, che parla dei problemi della gente e che si impegna a volerli risolvere.

 

Una Lega che ha riavvicinato i cittadini alla politica, perché ha promesso una buona politica, lontana dalle lobby di palazzo e vicina al suo popolo.

C’è un’altra Lega, però, che è quella che sta lentamente costruendo, o meglio distruggendo, in Abruzzo, l’attuale coordinatore regionale. Una Lega che non ha più il coraggio di confrontarsi con le persone, con i propri militanti e simpatizzanti. Una Lega che non è in grado di aprire sedi sul territorio ma, anzi, predilige chiudere quelle già esistenti. Una Lega, quella in Abruzzo, che non sa parlare di programmi, che non sa proporre alcuna iniziativa per i territori e per la nostra regione. D’altronde, per confrontarsi sui problemi e presentare delle valide soluzioni bisognerebbe avere la sensibilità, la capacità e la voglia di voler conoscere i problemi della nostra terra.

 

La Lega che vuole l’attuale coordinatore regionale, invece, sa diffondere solo sondaggi, ama fare strategie di palazzo, discutere esclusivamente di posti di potere e di candidature. Al posto delle riunioni sul territorio, adesso si organizzano conferenze stampa per annunciare adesioni ad un progetto politico che nulla ha di diverso da quel modo di fare politica che la Lega di Matteo Salvini ha chiaramente detto di voler allontanare.

Oggi la Lega in Abruzzo è questo: un partito in cui se si chiede un momento di confronto si viene allontanati, un partito in cui il coordinatore regionale usa le chat di Whatsapp per commissariare chiunque senza addurre motivazioni. Il veto è tanto per i coordinatori, quanto per i coordinamenti; e persino per i militanti sgraditi al coordinatore regionale e per intere comunità. La Lega in Abruzzo è il partito che caccia eletti e gruppi consiliari a mezzo di comunicati stampa.

Noi pensiamo, al contrario, che i partiti dovrebbero trarre vitalità e forza dalla partecipazione, dai militanti che offrono il loro impegno per una causa comune. Perché, spesso, è la base che indica ai vertici la strada da percorrere, ed è la base che sceglie i propri dirigenti politici. Vale la pena ricordare che la Lega ha nominato in Abruzzo un coordinatore, non un generale o un comandante: i partiti si coordinano e non si comandano.

Questo, pertanto, vuole essere un ultimo invito rivolto al coordinatore regionale: accetti un confronto leale con i militanti ed i tesserati di questo partito. Lo scopo è quello di trovare un chiarimento sulle varie vicende che hanno trasformato in peggio il partito nella nostra regione. Visti i tentativi precedenti, rimasti senza ascolto, ci troviamo costretti a rivolgere questo invito usando i medesimi strumenti che la Lega Abruzzo è solita adottare per le comunicazioni importanti (vedi le espulsioni dei consiglieri comunali): i mezzi di informazione.

 

 

– I dirigenti, gli ex dirigenti ed una rappresentanza di iscritti delle provincie di Teramo, Pescara e Chieti.

Diego Costantini (consigliere comunale di Chieti, ex coordinatore cittadino di Chieti)

Pasquale Cordoma (già sindaco di Montesilvano e membro del coordinamento regionale)

Andrea Fantauzzi (ex coordinatore provinciale di Pescara)

Rocco Ranalli (da pochi giorni ex coordinatore cittadino di Ortona)

Antonio Peschi (ex coordinatore cittadino di Lanciano)

I militanti Ivo Spinelli, Rosa Friello, Maurizio Marcellusi, Patrizio Santoro, Valter Sansino, Euro Pantaleone, Giorgio (Ortona), Laura Silvetti, Benito Olivieri, Antonio Peschi, Domenico Borromeo, Giuseppe Ucci, Pasquale De Cecco, Piero Petrucci, Lucia Cappucci, Michele Cetani, Giovanni Cinque.

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