Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, Ferroni, rappresentato dall’avvocato Nicola Pisani, ha infatti chiesto di essere ascoltato dai magistrati. Nell’inchiesta, aperta con le ipotesi di reato di inquinamento ambientale e getto pericolose di cose, e nella quale sono stati sequestrati i punti di captazione situati all’interno dei laboratori, sono indagati anche il direttore dei Laboratori Stefano Ragazzi, il responsabile del servizio ambiente dei Laboratori Raffaele Adinolfi Falcone, il responsabile della divisione tecnica dei Laboratori Dino Franciotti, il presidente di Strada dei Parchi Lelio Scopa, l’amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, il direttore generale di Strada dei Parchi Igino Lai, il presidente della Ruzzo Reti Antonio Forlini, il responsabile dell’Unità operativa di esercizio della Ruzzo Reti Ezio Napolitani e il responsabile del servizio acquedotto della Ruzzo Reti Maurizio Faragalli.
Sotto accusa, secondo la Procura, tutta una serie di condotte colpose che avrebbero cagionato o comunque non impedito “un permanente pericolo di inquinamento ambientale e, segnatamente, il pericolo di compromissione o deterioramento significativo e misurabile delle acque sotterranee del massiccio del Gran Sasso”.