Futuro del reddito di cittadinanza: preoccupazione per 16mila abruzzesi

Abruzzo. Preoccupano le novità in materia di reddito di cittadinanza, soprattutto se non affrontate dalle istituzioni locali, a partire dalla Regione, andranno a generare enormi difficoltà per quasi 16mila abruzzesi.

Il tema viene posto da Carmine Ranieri (segretario generale della Cgil Abruzzo Molise) e Mirco D’Ignazio (coordinatore regionale Inca Cgil Abruzzo Molise).

Dei 32.837 beneficiari di Reddito di Cittadinanza in regione (dato di marzo 2023) che hanno percepito un importo medio di 563 euro, 15.400 sono quelli che, considerati “occupabili” solo perché con un’età inferiore a 60 anni, da agosto smetteranno di percepire l’attuale sussidio. Questi, per quanto trapelato, potranno continuare ad avere un sostegno, peraltro molto ridotto (350 € al mese in caso di famiglie con un unico componente), solo nei mesi in cui seguiranno corsi di formazione o saranno impiegati in attività socialmente utili.

“Corsi di formazione e progetti che attualmente sono fermi al palo se non in rari casi. È quindi necessario che da subito Regione, comuni ed enti locali attivino dei percorsi che evitino di far cadere nell’assoluta indigenza migliaia di famiglie. Misure peraltro sicuramente insufficiente considerati gli importi a disposizione e che dovrebbero quindi aprire una riflessione tra gli amministratori locali affinché i propri rappresentati cambino la misura in Parlamento rispondendo a quelle che sono davvero le esigenze sociali dei territori”, si legge in una nota.

“Da tempo denunciamo che a non aver funzionato del reddito di cittadinanza è stata l’effettiva possibilità per i percettori di trovare un’occupazione, ma il forte taglio deciso dal Governo va nella direzione opposta: non è certo riducendo il sostegno ai più poveri che si generano posti di lavoro. Resta tra l’altro l’incognita di cosa accadrà a chi attualmente percepisce il reddito di cittadinanza ad integrazione di un reddito da lavoro povero (8.600 a marzo in Abruzzo) il cui stipendio non è sufficiente per vivere e che da agosto potrebbero essere condannati alla povertà pur lavorando”.

 

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