Economia, sociale, sanità: i 5 quesiti del M5S a Marsilio VIDEO

È un profondo rosso sotto tutti i punti di vista quello che attanaglia la Regione Abruzzo. Settori fondamentali come sanità, economia e sociale, a un anno dall’inizio della pandemia, sono ancora in una situazione critica.

 

Nonostante i 60 milioni di euro di stanziamenti pervenuti dal governo nazionale, l’Abruzzo sembra essere la Regione d’Italia che più fatica a uscire dall’emergenza sanitaria ed economica. Al di là delle promesse, dei proclami e di un’apparenza ben confezionata esclusivamente ai fini del consenso, nei fatti e nei numeri si palesa tutto il fallimento e il pressapochismo di questa Regione a trazione Fratelli D’Italia, Lega, e Forza Italia.

A denunciare la grave situazione che si vive in Regione Abruzzo sono il Capogruppo M5S Sara Marcozzi, e i Consiglieri regionali Pietro Smargiassi, Domenico Pettinari, Giorgio Fedele e Francesco Taglieri. “Dopo quasi un anno di inerzia – affermano –, è il momento che il Presidente Marsilio e l’Assessore Verì smettano di scappare e diano risposte certe agli abruzzesi, punto per punto, sui gravissimi problemi che si vivono nel nostro territorio. È passato un anno dallo scoppio dell’emergenza Covid: l’immobilismo e l’incapacità governativa, mentre la nostra Regione è in ginocchio, non sono più ammesse”.

“Ecco le domande a cui, ci auguriamo, il centrodestra abbia il coraggio di rispondere una volta per tutte, mostrando rispetto per i cittadini che hanno diritto alla chiarezza e alla trasparenza”.

 

ZONA ROSSA

Perché l’Abruzzo è l’unica regione d’Italia a essere in zona rossa da novembre?

L’Abruzzo è una delle regioni d’Italia con il più alto numero di giorni trascorsi in zona rossa. Eccezion fatta per una parentesi di pochi giorni in zona gialla, l’impennata costante dei dati sui contagi è stata tale da rendere necessarie le misure restrittive più dure. Come se ciò non bastasse, gli aiuti alle aziende sono ancora fermi al palo. Evidentemente non si può scaricare la colpa sul governo nazionale, dal momento che guardando alle regioni confinanti con la nostra, la situazione è in tutte decisamente migliore, si pensi solo al Lazio che non ha fatto neanche un giorno in zona rossa.

Dopo un anno di lotta al virus, crediamo che sia arrivato il momento di porci qualche domanda su una mala gestio che evidentemente il centrodestra abruzzese continua a perpetrare. Il Presidente Marsilio è in grado di fornire, leggendo l’evoluzione dei dati, una risposta più chiara sull’uscita dalla zona rossa? La sensazione è che si continui a brancolare nel buio, cercando colpevoli su cui scaricare responsabilità proprie piuttosto che trovare soluzioni. Un’improvvisazione che, adesso, non è più accettabile.

 

SCREENING DI MASSA

Se da mesi si stanno svolgendo screening di massa con test rapidi, perché da novembre a oggi i malati Covid sono in continuo aumento? Perché non si è avviata una contestuale campagna informativa che spiegasse ai cittadini che la negatività al test rapido non è un dato certo al 100%?

“’I test antigienici rapidi hanno problemi giganteschi. Lo abbiamo dimostrato con i numeri: il test antigenico rapido che ho analizzato dà tre falsi negativi ogni dieci. Significa che nelle maglie dello screening lasciamo girare liberamente tre positivi che per lo più sono convinti di essere negativi”’. Queste sono le parole del Prof. Andrea Crisanti in merito all’utilizzo di test rapidi per il controllo del territorio per contrastare l’espandersi del contagio da Covid-19.

A più riprese abbiamo chiesto che gli screening di massa venissero effettuati con i tamponi molecolari, che forniscono risultati certi ed attendibili, e non con i test rapidi che nascondo in sé molti falsi positivi e falsi negativi. Regione Abruzzo ha organizzato imponenti campagne di screening con i test rapidi senza però informare le persone che la loro “negatività” poteva non essere certa al 100% e, dunque, raccomandare loro di mantenere un comportamento prudente. Sull’affidabilità dei test rapidi ci sono dubbi enormi, confermati dai numeri e dai fatti. L’ultimo in ordine di tempo è di ieri ed è il racconto di una famiglia risultata negativa al test rapido, per poi scoprire di essere positivi dopo il tampone molecolare. Nonostante dalle campagne di screening con i test rapidi siano usciti pochissimi positivi, gli abruzzesi hanno continuato ad ammalarsi e le terapie intensive a riempirsi, questo avrebbe dovuto far balzare sulla sedia chiunque, ma non il presidente Marsilio che continua a tutt’oggi a commissionare l’acquisto di test rapidi senza predisporre le dovute campagne di informazione. Forse è in imbarazzo perché, potrebbe commissionare allo stesso soggetto – l’imprenditore Michele Russo – sia l’acquisto di test rapidi che la campagna informativa sulla loro inattendibilità. Le scelte di questo Governo regionale sono tanto incomprensibili quanto irresponsabili se pensiamo che, da ultimo, anche il Ministero della Salute ha inviato alle Regioni la circolare del 15 febbraio u.s. all’interno della quale, in tema di screening di massa con test antigenici rapidi si legge la precisa raccomandazione “Inoltre, per quanto riguarda l’esecuzione di test su persone asintomatiche, e in genere per gli screening di popolazione, si ribadisce, come già raccomandato nella precedente circolare, la raccomandazione di usare test antigenici ad elevata sensibilità e specificità (sensibilità ≥90%, specificità ≥97%), per ridurre il rischio di risultati falsi-negativi e/o falsi-positivi. A tal proposito, nell’ambito del counseling post-test, il medico deve ribadire la necessita di mantenere comportamenti prudenti anche in caso di risultato negativo”.

 

CAMPAGNA VACCINALE

Quando sarà pubblicato un calendario dettagliato delle vaccinazioni?

All’interno delle categorie che hanno la priorità, quali sono i criteri scelti dalla Giunta per l’ordine di vaccinazione quando le caratteristiche dei soggetti sono simili o non rientrano in particolari casistiche?

La campagna di vaccinazioni anti Covid-19 è iniziata ufficialmente da due mesi e l’Assessore Verì e il Presidente Marsilio non sono ancora riusciti a chiarire l’organizzazione del piano vaccinale. Al termine della fase dedicata a operatori sanitari e sociosanitari, ai residenti e personale delle Rsa, le linee guida prevedono chiaramente che si prosegua con la somministrazione per ultraottantenni, persone con disabilità e fragili. Peccato che Regione Abruzzo non abbia spiegato con quale ordine di priorità si effettuino i vaccini.

Nel frattempo, le nostre caselle di posta si riempiono di email di persone che chiedono spiegazioni su quando verranno contattate per la somministrazione del vaccino. Nessun abruzzese conosce i parametri con cui le ASL stanno procedendo alla chiamata: se si proceda per età, o per gravità delle patologie attuali o pregresse, o per l’ordine di prenotazione sulla piattaforma informatica, non è dato sapere. Tutto viene lasciato in mano al caso e in totale assenza di trasparenza. Non c’è da stupirsi se sia stata avviata un’inchiesta dalla Procura di Pescara per capire se qualcuno abbia ricevuto il vaccino senza averne ancora diritto. L’improvvisazione al governo dell’Abruzzo sta generando mostri, e a pagarne le conseguenze sono gli incolpevoli abruzzesi che meritano giustizia, rispetto e trasparenza.

 

RETE COVID

Come sono stati utilizzati i fondi del governo e perché, nonostante le propagandate assunzioni, il personale nei reparti è sempre carente e precario?

A seguito dello scoppio dell’emergenza pandemica, il Governo nazionale ha previsto per l’Abruzzo un trasferimento straordinario da oltre 60 milioni di euro. Il lavoro si doveva sviluppare su due direttrici distinte: il rafforzamento delle infrastrutture e l’assunzione di personale. Nonostante ciò, in Abruzzo abbiamo il Covid Hospital di Pescara in sofferenza da giorni perché impossibilitato a contenere tutti i pazienti positivi e nulla è stato fatto per assumere nuovo personale. L’unico compito che gravava sul Presidente Marsilio, l’Assessore Verì e tutta la Giunta regionale era quello di organizzare i bandi, facendo in modo che le singole Asl intervenissero nella direzione necessaria. Invece in Abruzzo si preferisce perdere tempo a fare propaganda sui social e nelle ospitate TV. Nel frattempo le assunzioni rimangono ferme al palo, le strutture sono sempre più in affanno e il caos regna nella gestione della Rete Covid, stravolta ogni giorno per una disorganizzazione che rischia di mettere in pericolo la salute di personale e pazienti. Sono ancora all’ordine del giorno notizie di contagi in strutture teoricamente Covid-free, o di persone che si ammalano all’interno dei presidi, dopo esservi entrate come negative al tampone. Sono casi gravi, che denotano il fallimento su tutta la linea della gestione sanitaria del centrodestra.

 

ECONOMIA E IMPRESE

Perché le imprese non hanno ancora ricevuto i fondi della legge regionale Cura Abruzzo 1 e quando li riceveranno?

A oltre dieci mesi dall’approvazione del Cura Abruzzo 1, sono circa 46mila le imprese che hanno presentato le istanze per ricevere il contributo regionale. Di queste oltre 19.000 sono state lavorate ed ammesse a contributo ma solo 11.000 hanno ricevuto gli indennizzi previsti dalla legge regionale. A oggi non è dato sapere quando arriveranno i soldi perché in tutto questo lasso di tempo la Giunta Marsilio non è ancora in grado di dare risposte certe.

Eppure la macchina della propaganda ha corso veloce a suon di conferenze stampa e di promesse. Era stato addirittura nominato un Comitato Tecnico-Scientifico regionale che aiutasse la Giunta a trovare soluzioni per intervenire sul tessuto economico abruzzese. Una trovata utile a Marsilio solo per una fotografia e qualche post sui social, dal momento che le linee di politica economica regionale post-pandemia elaborate dal “CTS” regionale parrebbero bellamente ignorate e, per quello che se ne sa, giacciono nei cassetti della presidenza della regione. Siamo in una fase di emergenza economica totale, in cui qualsiasi aiuto può fare la differenza per tutte le aziende. Ma l’inerzia di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – bravi a parole e incapaci nei fatti – sta mettendo in ginocchio la nostra economia.

 

 

 

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