Covid19, credito: ancora poche le imprese abruzzesi finanziate

Sale, anche se resta complessivamente davvero troppo esiguo, il numero delle imprese abruzzesi ammesse a finanziamento nell’emergenza Covid-19. A ieri, le domande pervenute al Fondo centrale di garanzia, dalla nostra regione, sono state complessivamente 4733 (1952 in più rispetto al precedente rilevamento della scorsa settimana).

 

Di queste, ben 4352, ovvero il 92%, hanno riguardato la richiesta di finanziamenti fino a 25mila euro, taglio sostanzialmente monopolizzato dal mondo della micro e piccola impresa tra le varie misure di sostegno fissate dal Governo nei suoi diversi provvedimenti, tra cui i decreti “Cura Italia” e “Liquidità“.

In dettaglio, l’importo complessivo concesso alle imprese abruzzesi supera i 180 milioni e 500mila euro (con 91 milioni e 568mila riguardanti finanziamenti fino a 25mila euro, ovvero il 51%), per un importo medio di 39.303 euro (19.938). Tra le province, resta largamente in testa per numero di finanziamenti concessi la provincia di Chieti, con 1758 domande (1663 delle quali fino 25mila euro), seguita da Teramo con 1004 (899), Pescara con 989 (912) e L’Aquila con 982 (878).

I dati, diffusi dal Ministero dell’Economia e dal Mediocredito Centrale, rivelano dunque come in pochi giorni siano certamente stati fatti importanti passi in avanti; ma che il numero delle imprese beneficiare delle tanto invocate misure di sostegno alle proprie attività restino ancora spaventosamente bassi rispetto al totale delle imprese della nostra regione. Così, il direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, commenta: “I conti sono presto fatti: in Abruzzo ci sono circa 126mila imprese attive, e quindi la percentuale di quelle sicure di essere ammesse a finanziamento è oggi intorno ad appena il 3,8%. Resta insomma un numero troppo, troppo esiguo rispetto alle necessità di sistema produttivo che rischia il collasso. Ci auguriamo che la evidente progressione dimostrata negli ultimi giorni dal sistema creditizio sia confermata, riguadagnando il terreno perduto”.

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