Per L’Arcicaccia Abruzzo le misure adottate dalla Regione per il contenimento dei cinghiali rischiano di risultare insufficienti.
E questo perchè si deve fare i conti con l’esiguo numero di persone autorizzate ad opere.
“Alla luce dei dati sui danni all’agricoltura, degli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica in particolare della specie cinghiale, al nuovo allarme legato alla malattia della peste suina africana”, sottolinea Massimiliano Di Luca, presidente regione di Arcicaccia, “che potrebbe arrecare ingenti danni all’economia, agli allevamenti dei suini e alla salute, considerate le richieste di alcuni prefetti, chiediamo, prima che sia troppo tardi, di mettere i cacciatori nella possibilità di poter essere utili al paese.
Ci uniamo al grido d’allarme e d’aiuto espresso dalle associazioni agricole e dalla società civile.
Esortiamo la regione a fare di più per la mitigazione del problema cinghiale, auspicando che l’attività venatoria possa essere al più presto riavviata tutta, nel rispetto delle leggi e delle prescrizioni dettate dal governo in merito al contenimento dei contagi da covid.