Artigianato in Abruzzo: nel 2017 “morte” 600 imprese

 In Abruzzo, al 31 dicembre 2017, le imprese artigiane registrate sono 30.761, con una dinamica demografica nell’anno data da 1.668 iscrizioni e 2.268 cessazioni: la nati-mortalità di impresa determina un saldo negativo di 600 unità, con un tasso di crescita pari al -1,9%.

 

Il dato, seppur in miglioramento rispetto all’anno precedente (-2,1%), colloca di nuovo l’Abruzzo, insieme alla Sardegna, all’ultimo posto della graduatoria nazionale, guidata da Trentino Alto Adige (0%), Valle d’Aosta (-0,1%) e Lombardia (-0,4%).

E’ quanto emerge da un approfondimento condotto da Confartigianato Abruzzo su un’elaborazione della Confederazione nazionale, che ha analizzato dati Unioncamere-Infocamere. Alla luce dei dati, in vista delle elezioni del 4 marzo, l’associazione regionale rilancia le cinque proposte contenute nel documento “Per tornare a crescere” e chiede un “impegno concreto” ai candidati abruzzesi che verranno eletti.

 

A livello territoriale, la situazione peggiore è nel Chietino, con un tasso di variazione del -2,5%, dato che colloca la provincia al centesimo posto della graduatoria nazionale. Seguono l’Aquilano (-2,3%, 99ma posizione), il Pescarese (-1,8%, 90ma posizione) e il Teramano (-1%, 49ma posizione).

 

In particolare, a Chieti, al 31 dicembre 2017, ci sono 8.539 imprese artigiane: 418 quelle iscritte e 639 quelle cessate non d’ufficio, con un saldo pari a -221 unità; il tasso di variazione, -2,5%, pur collocando il territorio provinciale agli ultimi posti della classifica nazionale, è comunque in miglioramento rispetto all’anno precedente (-2,9%). A L’Aquila vi sono 6.907 imprese registrate: 344 quelle iscritte nel 2017 e 504 quelle cessate non d’ufficio, con un saldo pari a -160; il tasso di variazione al -2,3% conferma come vi sia stato un peggioramento rispetto al 2016 (-2,2%).

 

A Pescara le imprese sono 7.361 (430 iscritte e 568 cessate), con un saldo di -138: il tasso di variazione del -1,8% è in peggioramento rispetto al 2016 (-1,2%). A Teramo, infine, vi sono 7.954 imprese artigiane (476 iscritte, 557 cessate), con un saldo pari a -81 unità. Il tasso di variazione, -1%, è in miglioramento rispetto all’anno precedente (-1,7%).

 

“Ancora una volta Abruzzo maglia nera d’Italia – commenta il presidente regionale di Confartigianato, Luca Di Tecco – Lanciamo un appello alle forze politiche e ai parlamentari abruzzesi che verranno eletti, affinché inseriscano nella propria agenda, tra le priorità, una serie di strumenti e misure per il rilancio dell’artigianato e delle micro e piccole imprese, cuore pulsante dell’economia abruzzese.

 

Il futuro del sistema produttivo regionale dipende anche e soprattutto dalle piccole imprese, che non possono essere abbandonate. In questi giorni le associazioni territoriali stanno incontrando i candidati, per illustrare loro le proposte elaborate dall’associazione.

A chi verrà eletto – conclude Di Tecco – chiediamo un impegno concreto per far sì che l’Abruzzo possa intraprendere davvero la strada della ripresa. Una ripresa che non può prescindere dalle sorti dell’artigianato”.

 

Nel corso degli incontri con i candidati in vista delle elezioni – altri appuntamenti con le forze politiche sono previsti nei prossimi giorni – le associazioni territoriali hanno presentato le cinque proposte contenute nel documento “Per tornare a crescere” elaborato dalla Confederazione nazionale: ridurre la pressione fiscale e semplificare il sistema tributario; favorire l’accesso al credito; sostenere la crescita e la competitività; proseguire e migliorare gli interventi per il lavoro e la formazione; costruire un percorso di successo per Impresa 4.0 e l’utilizzo del digitale.

 

 

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