Abruzzo-Molise: ironia e nostalgia nell’anniversario della divisione

“27 dicembre 1963: 55 anni fa il Molise si staccava dall’Abruzzo e andava a formare la 20esima regione italiana. Auguri ai fraticugggini: s’ha fatt nott e lu Molise n’arvè”.

 

E’ stato così celebrato dalla pagina facebook satirica ‘L’abruzzese fuori sede’, l’anniversario della separazione tra Abruzzo e Molise. Una separazione che molti fan, abruzzesi e molisani, hanno mal digerito, sognando un referendum che possa riunire le due regioni.

Regioni che sotto il Regno di Napoli, tranne alcune brevi parentesi, sono sempre state legate per moltivi amministrativi, culturali e sociali. Soprattutto la parte meridionale dell’Abruzzo.

All’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, fu prefigurata la formazione di due distinte regioni: l’Abruzzo e il Molise; tant’è che le due proponende regioni furono fatte votare separatamente già per le elezioni del Senato nel 1948. La decisione finale, però, fu poi procrastinata a data da destinarsi, data che arrivò nel 1963.

Nel 1963, grazie a una disposizione transitoria, del Governo di allora, che consentì di derogare ai limiti imposti dall’articolo 132 della Costituzione italiana, nacque la regione Molise dal territorio della provincia di Campobasso. È l’unico caso della storia dell’Italia repubblicana di formazione di una regione per distacco da un’altra (la presistente regione Abruzzi e Molise). Oggi quindi il Molise è la ventesima, e più giovane regione d’Italia.

Un’autonomia rivendicata nella giornata di ieri per la celebrazione del 55° anniversario dal Presidente della Regione Molise, Donato Toma. Scissione che però molti molisani e tanti abruzzesi sognano di cancellare a colpi di referendum (qualcuno su facebook ha parlato anche di invasione).

Tra i commenti nella pagina facebook satirica anche qualche piccola analisi politica in merito alla divisione delle due regioni. Fu la DC negli anni ’60 a volerla, nonostante il Molise avesse gli stessi abitanti della città di Pescara. Una scelta, quindi, per molti dettata per creare nuove istituzioni e aumentare le poltrone.

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