Pescara. Questa mattina, nella sede del Consiglio regionale a Pescara, la garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Abruzzo Maria Concetta Falivene ha incontrato nonni e nipoti che hanno aderito all’iniziativa “L’eredità più preziosa, il sostegno educativo e la trasmissione intergenerazionale dei valori”, una campagna di sensibilizzazione e contrasto alla povertà educativa, organizzata in collaborazione con Auser Pescara.
Erano presenti tra gli altri, per portare le loro testimonianze, Concetta Di Virgilio (Centro Italiano Femminile) e Silvana Di Meco (Auser Abruzzo). “Si sta creando questo movimento di nonni per dar voce al diritto dei nipoti ad avere dei rapporti non condizionati – ha spiegato Falivene – e quello di oggi è il primo step. In Abruzzo sono tanti i gruppi che si stanno organizzando e presto costituiremo un tavolo di confronto regionale perché è necessario aprirsi al colloquio per mettere in evidenza come i rapporti genitoriali non possono intaccare il rapporto dei figli con i nonni.
E’ evidente come, molto spesso, i nonni subiscano delle dinamiche conflittuali all’interno della famiglia assumendo delle posizioni rispetto a uno o all’altro genitore e per questo dobbiamo lavorare affinché si promuovano sempre i rapporti sani. Non dobbiamo dimenticare che vi è un diritto dei nonni al cosiddetto “esercizio di visita” ma quando si parla di famiglia e di affetti dovrebbe vigere il buon senso. Per quanto riguarda poi i comportamenti dei figli è chiaro che si tratta di questioni soggettive e ognuno di loro esprime una reazione diversa rispetto a certe situazioni.
Quello che voglio evidenziare, quando parliamo di separazione e divorzio – ha sottolineato la Garante – è che purtroppo i bambini ascoltano e non vengono osservati, oltre ad assorbire le varie tensioni che si creano in famiglia. Sono loro le vere vittime perché così come quello tra figli e genitori anche il rapporto con i nonni è un legame affettivo puro. I bambini non giudicano ma purtroppo subiscono quelle dinamiche involutive che dettiamo noi adulti e attraverso i nostri comportamenti alimentiamo la povertà educativa”.