Regione Abruzzo, Chiodi “vado avanti”. L’opposizione invoca le dimissioni

gianni_chiodiL’Abruzzo non può permettersi il lusso, proprio ora, di abbandonare la via del cambiamento” Il governatore Gianni Chiodi chiarisce quello che sarà il futuro della Regione Abruzzo e afferma in maniera netta: “non consentirò che si arresti il processo di risanamento e di riforma in atto per il quale esistono ormai riconoscimenti nazionali ed internazionali“.

“Gli abruzzesi” aggiunge il presidente “si aspettano che io concluda con i processi già avviati di costruzione di una sanità di qualità, che si continui lungo il percorso difficile di riduzione del debito della Regione e che si proceda in modo rapido ed efficace con la ricostruzione dei territori martoriati dal sisma del 6 aprile 2009. Ho il dovere di continuare ad onorare il patto con gli abruzzesi, continuando in azioni virtuose già portate a termine come la riduzione dei compensi dei consiglieri regionali, la chiusura di sedi inutili all’estero, lo scioglimento di inutili società regionali, l’azzeramento dei consigli di amministrazione di ben 23 enti, le nuove regole e condizioni certe per la sanità privata, la riduzione dei numerosi confidi, la riforma dell’Arta, il primato per la spesa dei fondi europei tra le regioni del mezzogiorno, la definitiva tutela delle nostre coste con il conseguente abbandono di ogni prospettiva di insediamento del Centro Oli, la riduzione delle Asl da sei a quattro, la riduzione dei dirigenti regionali da 128 a 105, la riduzione e la razionalizzazione delle comunità montane, i 12mila cantieri aperti all’Aquila”.

Gianni Chiodi assicura che “per andare avanti lungo il sentiero oramai tracciato, moltiplicherò i miei sforzi e il mio impegno e chiamerò con me tutta la classe dirigente, i militanti e i simpatizzanti del mio partito che, nonostante tutto quanto sta accadendo da qualche settimana a questa parte, è costituito da uomini e donne di elevatissimo valore e di notevole spessore morale, pronti a sacrificarsi per il bene dell’Abruzzo e della sua gente. Troverò il modo affinché, chi è rimasto sino ad oggi in disparte scenda in campo, dedicandosi direttamente e fattivamente alla causa, e chi già si sta impegnando venga coinvolto ancora più direttamente nelle scelte e nelle azioni intraprese e da intraprendere. Spero che anche le opposizioni, in un passato davvero recente coinvolte in vicende di cronaca simili a quelle che viviamo oggi, comprendano la necessità di continuare, ognuno con il proprio ruolo e con maggiore impegno, ad esercitare il mandato chiaro ricevuto dagli abruzzesi nel dicembre del 2008″.

alfonso_mascitelliUn giudizio decisamente negativo è quello che esprime il senatore Alfonso Mascitelli (IdV), secondo cui “stiamo assistendo a un film già visto. Gli abruzzesi, ingannati da false promesse di efficienza e moralizzazione, purtroppo non hanno nulla da ridere. E’ stupefacente come questa classe dirigente, che voleva governare il cambiamento nella nostra regione, non sappia neppure distinguere gli atti penalmente rilevanti da quelli moralmente riprovevoli. Per i primi c’è la magistratura, di cui va rispettata autonomia e indipendenza. Per i secondi il giudizio dei cittadini che hanno diritto ad una completa informazione senza bavaglio e il ruolo delle opposizioni che hanno il dovere di vigilare sempre di più su quella che si può definire la deriva morale della politica regionale. Una cosa è certa: le inchieste giudiziarie, da Sanitopoli alla ricostruzione dell’Aquila fino all’ultima sui rifiuti, fanno emergere in tutta la sua gravità uno spaccato di politica abruzzese che sa soltanto reggersi e sopravvivere sul rapporto incestuoso tra denaro e potere. In altri Paesi, per molto meno, esponenti di governo di primo piano hanno rassegnato le dimissioni. Questo non accade nel nostro Paese, né tantomeno in Abruzzo, dove purtroppo agli interessi di tutti si antepone una spregiudicata gara a chi è più furbo e più capace nel fare gli affari propri”.

camillo_d_alessandroCategorico è anche il giudizio di Camillo D’Alessandro, capogruppo del Pd in Consiglio regionale. “Chiodi vive sulla luna” dichiara “qualcuno lo riporti sulla terra. Ciò che esce fuori dalle cronache giudiziarie consente di trarre alcune valutazioni esclusivamente politiche ed a nulla valgono i faccioni della politica, quelli che hanno una faccia così grande da contenerne due incredibilmente toste: forcaioli contro gli avversari politici fino all’odio pericoloso e contestatori dell’azione della magistratura quando è rivolta nei confronti dei propri amici”.

Secondo D’Alessandro, le ultime vicende sono legate da un unico filo conduttore: “la debolezza di un presidente. Sono troppi in giro coloro che assumono impegni per conto della Regione. Il presidente di tutto ciò non sa nulla? Peggio, è la dimostrazione del suo ruolo da figurante”.

Il consigliere regionale ritiene poi che il punto di discussione non è chiedere le dimissioni di Chiodi, “ma domandargli se esiste un motivo per non chiederle. Pensa davvero che si possa andare avanti in questo modo?  Tutto possiamo permetterci tranne il perpetuarsi del non governo per i prossimi anni. La verità giudiziaria verrà sancita nelle aule competenti, ma la verità politica è già sotto gli occhi di tutti, bisogna solo capire quando Chiodi se ne renderà conto”.

maurizio_acerboLe dichiarazioni di Chiodi sono ridicole” aggiunge il consigliere regionale Maurizio Acerbo (Prc) “Sembra che siano i magistrati o l’opposizione a voler bloccare quella che lui definisce la via del cambiamento. Forse è in stato confusionale e non si è ancora reso conto che il suo impegno è stato disonorato dall’incredibile serie di vicende torbide e di inchieste giudiziarie che coinvolgono il suo partito e la sua giunta. Chiodi lasci perdere i proclami e le dichiarazioni di fede nel suo partito costituito da uomini e donne di elevatissimo valore e di notevole spessore morale. Chiodi era sindaco di Teramo, Chiodi ha nominato Venturoni alla guida della Team. Chiodi ha il dovere di spiegare agli abruzzesi come sono andate le cose.  Se pensa che la magistratura ha preso una cantonata spieghi cosa è effettivamente successo”.

 

 

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