Liberalizzazione armi nei parchi abruzzesi. La denuncia del WWF

wwfParchi nazionali e regionali abruzzesi pieni di armi. E’ quanto denunciato dal WWF Abruzzo in merito alla proposta di legge regionale del capogruppo Pdl alla Regione Abruzzo, Gianfranco Giuliante.  
“L’intento estivo del consigliere è il seguente: liberalizzare il trasporto delle armi nei tre parchi nazionali abruzzesi, quelli della Majella, del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso e Monti della Laga, e nel parco regionale Sirente-Velino, in chiaro contrasto con le norme nazionali ha dichiarato il WWF – a rendere ancora più incredibile e grave questa vicenda sono due piccoli particolari Giuliante è anche Commissario del Parco Nazionale della Majella, nonché vicepresidente di Federparchi Nazionale”.


Nella nota si evidenzia che il periodo estivo, in cui è stata presentata la proposta, cercando di approfittare della disattenzione generale,  è stato utilizzato dal capogruppo del Pdl alla Regione Abruzzo, in compagnia dell’assessore regionale Febbo e del presidente della commissione Agricoltura Prospero, per proporre in consiglio regionale un colpo di mano filovenatorio. I tre consiglieri, infatti, intendono far approvare il calendario venatorio della regione con una legge regionale della durata triennale quando, da sempre il calendario venatorio viene deciso di anno in anno per via amministrativa dalla Giunta regionale.
L’obiettivo per il WWF è il seguente: sottrarre il calendario venatorio dai ricorsi spesso vincenti delle associazioni ambientaliste, visto che una legge regionale non è appellabile davanti al TAR, ma solo davanti alla Corte Costituzionale (con tempi molto più lunghi e con una procedura tortuosa). Ricorso alla suprema corte che rischia di essere vincente in quanto nel testo è stata inserita una norma contraria alla legge nazionale dei Parchi che vieta l’ingresso delle armi nelle aree protette senza autorizzazione, legge che, Giuliante, come Commissario del Parco della Majella è tenuto a far rispettare e che, come vicepresidente di Federparchi, sarebbe tenuto a difendere a spada tratta.
La legge nazionale non permette l’ingresso di armi nei parchi se non dietro apposita autorizzazione dell’Ente Parco nelle forme stabilite dal Regolamento del Parco stesso.
Una norma di civiltà, confermata da numerose sentenze della Cassazione, introdotta per prevenire il bracconaggio, visto che altrimenti sarebbe quasi impossibile esercitare i controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato.
“E’ intollerabile che i parchi – ha dichiarato Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF – si trasformino in un far-west senza regole. Il WWF è immediatamente intervenuto per segnalare al Presidente del Consiglio Regionale Pagano quanto sta accadendo. Il testo proposto cozza in numerosi punti con le norme nazionali e comunitarie, con il concreto rischio di procedura d’infrazione per la regione Abruzzo. Lo stesso iter seguito è per noi anticostituzionale, in quanto si usa una legge per cristallizzare per tre anni scelte sugli abbattimenti degli animali quando le loro popolazioni sono soggette ad ampie fluttuazioni numeriche di anno in anno. Come si potrebbe sostenere, quindi, che il prelievo sarà collegato alla quantità di fauna sul territorio? A parte la questione delle armi nei parchi, si renderebbe possibile, ad esempio, la caccia a specie che sono ancora nel periodo di cura dei piccoli, in contrasto con la direttiva comunitaria che tutela tutte le specie nel periodo riproduttivo, come il Colombaccio. La cosa paradossale, che ben illustra la commistione di ruoli, è che per segnalare questa grave iniziativa abbiamo scritto a tutti i parchi nazionali abruzzesi e, quindi, anche al Commissario del parco Giuliante che l’ha proposta. E’ evidente che questo testo è inaccettabile e crediamo che il consiglio regionale e lo stesso capogruppo Giuliante decideranno di astenersi dal varare un provvedimento così mal congegnato”.

 

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