Le “case del terrore”

L’abbandono di anziani all’interno di case di riposo da parte dei famigliari è un aspetto della società che negli ultimi anni è sempre più frequente.

 

Queste strutture apparentemente sembrano luoghi sicuri ed accoglienti, ma nascondono spesso realtà impensabili: a volte questi anziani vengono maltrattati dal personale al solo scopo di farli stare in silenzio oppure per riprenderli da un comportamento errato.

 

Un esempio eclatante è ciò che si è verificato a Vercelli dove i dipendenti di una struttura sono stati gli artefici di umiliazioni e vessazioni nei confronti di ricoverati anziani e disabili: in alcuni casi i pazienti venivano costretti a loro volta a maltrattare altri pazienti, mentre in altri venivano chiusi a chiave nelle loro stanze nonostante le ricerche di aiuto. Concluse le indagini da parte delle Forze dell’Ordine, sono state arrestate 18 persone.

 

Un ulteriore caso è quello che si è manifestato a Parma: qui gli anziani venivano presi a schiaffi, calci ed era vietato loro di bere. Inoltre i pazienti erano sottoposti a minacce con il bastone della scopa e, se cadevano a terra, venivano abbandonati anche per ore in quelle condizioni riuscendo ad alzarsi solo grazie all’aiuto di altri pazienti. Oltre tutto ciò, come se non bastasse, venivano presi in giro dagli assistenti sanitari per le loro disabilità. In quest’occasione sono state arrestate sette persone.

 

In questi casi bisognerebbe aumentare i controlli nelle strutture, così da accorgersi in tempo di determinati comportamenti e non solo quando i danni sono già stati fatti. Occorrerebbe inoltre che ci sia un personale umanamente e professionalmente adatto e sensibile alle problematiche dei pazienti, tenendo conto che si ha a che fare con delle persone e non con delle bambole. Ci chiediamo come nella nostra società possano esserci ancora persone capaci di compiere tali gesti, capaci di guardare in faccia un uomo, maltrattarlo, e non provare rancore.

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