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Pescara: “Prostituzione e nuove piazze di spaccio a Rancitelli”

Pescara. “Abbattere il Ferro di Cavallo non ha risolto il problema dello spaccio e delle occupazioni abusive nel quartiere di Rancitelli”, a riferirlo e denunciarlo è il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che stamattina è sceso in strada, con residenti e cittadini nelle aree limitrofe al civico 108 di via Lago di Capestrano, sempre a Rancitelli, che definisce, “uno dei punti nevralgici della criminalità”.

“Le attività di spaccio in questo fazzoletto di terra si sono intensificate enormemente a seguito dell’abbattimento del Ferro di Cavallo, esattamente come accaduto in altre zone di Rancitelli e in altre periferie pescaresi – spiega Pettinari – “una situazione ad alto rischio, che fa il paio con quella già denunciata nei giorni scorsi in un altro punto critico di via Lago di Capestrano”.

“Da un monitoraggio costante, durato più giorni”, dettaglia il pentastellato, “abbiamo constatato e documentato un via vai di persone sempre dai soliti edifici, che vengono probabilmente a comprare droga. C’è la presenza di una o più ivedettei che controllano costantemente l’accesso alla via. Nelle zone limitrofe abbiamo notato la presenza di siringhe e fazzoletti sporchi di sangue”.

“Oltre all’osservazione costante, abbiamo ascoltato i residenti del posto e raccolto le loro testimonianze”, incalza Pettinari, “Il quadro che ne è venuto fuori è agghiacciante. Ci sono ragazzine che vengono a comprare droga, ma anche ragazzi giovani, alcuni in tenuta da lavoro e altri in evidente stato di alterazione. Liti, urla e schiamazzi, sia di giorno che di notte. Tutto sotto l’occhio vigile di chi controlla e interviene solo se necessario, probabilmente per non attirare troppo l’attenzione”.

“L’abbattimento del Ferro di Cavallo, ormai è chiaro anche ai bambini, non ha portato alcuna soluzione”, accusa il consigliere regionale, “Al contrario ha generato due grandi piazze di spaccio: questa denominata il Ferruccio e quella che abbiamo mostrato nei giorni scorsi, denominata il Ferretto. Nomi dati per diversificare due luoghi diversi in cui però si vive lo stesso inferno. A queste due piazze di spaccio più grandi  si aggiungono altri anfratti delle periferie in cui, seppur in modo ridotto, si creano le stesse situazioni. Anche tra questi appartamenti, oltre allo spaccio, sembrerebbe essere frequente il fenomeno delle occupazioni abusive”.

“E il Ferro di Cavallo? “Se qualcuno pensa che il famigerato quadrilatero adesso sia migliorato si sbaglia di grosso”, ammonisce Pettinari, “Un gruppo di residenti ci ha riportato che proprio nei pressi del cantiere ci sono degli anfratti che sono in pieno stato di degrado a causa della presenza di tossicodipendenti che vanno a consumare le dosi acquistate dove ora risiedono gli spacciatori. Stesso dramma si verifica nei palazzoni adiacenti via Tavo, in cui risulta esserci addirittura un accampamento in cui sono stati costruiti rifugi con materassi e divisori di fortuna, probabilmente al fine di utilizzare droga o altro. Un altro punto critico ci è stato segnalato dai cittadini nei pressi del distributore dell’acqua, nell’incrocio tra via Tiburtina e via Lago di Capestrano, sempre in zona Ferro di Cavallo. La Via Tiburtina, in quella zona, è anch’essa piena di spacciatori, tossicodipendenti e prostitute con tratti pieni di siringhe a terra e fazzoletti sporchi”.

“Qui la soluzione può arrivare solo se si uniscono le forze: istituzioni locali, governo nazionale, forze dell’ordine. Il Comune deve attivare immediatamente la procedura per inserire Pescara nell’operazione “Strade sicure”, così da incentivare la presenza dell’esercito in ausilio alle Forze dell’ordine locali. La politica, poi, deve immediatamente applicare la Legge Regionale 96/96. Per renderla operativa il Comune deve attivarsi con la Polizia Locale e gli uffici Ater al fine di attuare un censimento e verificare quali sono gli occupanti abusivi e gli assegnatari per cui la legge di Regione Abruzzo sancisce il decadimento dei diritti per l’assegnazione. Le case, poi, devono essere immediatamente riassegnate ai residenti onesti che hanno i requisiti in regola per poter usufruire di case popolari e che da anni attendono in graduatoria”, conclude Pettinari.