Pescara capolista: battuto il Benevento

Pescara (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Gravillon, Campagnaro, Del Grosso; Machin, Brugman, Memushaj; Marras (80’ Kanoute), Monachello (73’ Perrotta), Mancuso (92′ Cocco). In panchina: Kastrati, Farelli, Ciofani, Elizalde, Fornasier, Scalera, Crecco, Melegoni, Palazzi, Kanoutè, Del Sole. Allenatore: Giuseppe Pillon

Benevento (4-3-3): Puggioni; Maggio, Volta, Antei, Di Chiara; Tello, Viola (70’ Coda), Nocerino; Ricci (61’ Insigne), Asencio, Improta (62’ Buonaiuto).  In panchina: Montipò, Gori, Gyanfi, Sparandeo, Del Pinto, Letizia, Volpicelli, Goddard. Allenatore: Cristian Bucchi.

Reti: 37’ Mancuso, 50’ Viola, 53’ Machin

Arbitro: Niccolò Baroni di Firenze (Cangiano-Mokhtar/Feliciani)

Ammoniti: Di Chiara, Del Grosso, Memushaj, Volta, Fiorillo

Per puntare alla vetta, dopo lo scivolone di Padova, il Pescara ospita il Benevento che lo tallona sul podio, ed è già big match. Pillon, senza Antonucci e Capone, rilancia in attacco Monachello, con Marras e Mancuso. Bucchi, da ex all’Adriatico, schiera Asencio, Improta e Ricci.

Schermaglie preparatorie in entrambi i sensi nei primi 17 minuti, poi la prima occasione a vantaggio del Pescara: Monachello scappa in contropiede sulla destra, dal fondo la mette rasoterra per Mancuso che, in dal dischetto, controlla, scarta Tello e tira secco, ma Puggioni blocca la conclusione troppo centrale. Il Delfino si fa dominante e alla mezzora sfiora l’azione capolavoro: Mancuso in doppio passo per il cross dalla sinistra, Machin la rimette dentro al volo dalla parte opposta, Marras si libera al centro e va di tacco ma colpisce clamorosamente il palo. La terza occasione per gli adriatici nasce da un calcio d’angolo al 36’, battuta corta per Mancuso che sgancia il traversone, Campagnaro stacca di testa ma Puggioni si tuffa e salva ancora in corner la base del palo; dalla bandierina va Memushaj e trova Mancuso che incorna sul primo palo e sblocca il risultato. 1-0. La reazione del Benevento stenta ad arrivare e negli spogliatoi rientra un Pescara tra gli applausi.

L’avvio di ripresa sembra confermare il predominio pescarese. Invece, al 50’, Viola batte una punizione dai 20 metri che gira ad arcobaleno sopra la barriera e si infila sotto la traversa. 1-1. Pescara che bissa Padova? Tutt’altro: palla battuta da centrocampo, manovra magistrale sulla destra, Marras dentro per Machin che gira di prima intenzione e la mette dentro con un diagonale radente chirurgico. 2-1. Bucchi cerca redenzione in Insigne, Buonaiuto e Coda, ma a tenere il campo con autorità resta la squadra di Pillon che, per non strafare, sostituisce Monachello con Perrotta. I biancazzurri la gestiscono in contropiede e, all’84’, Brugman sciupa il match point: fuga imprendibile sulla mancina di Mancuso e palla nella prateria per l’uruguagio che, in corsa, la spara in curva da mezzo metro. Gli stregoni ci provano con unghie e denti fino alla fine, ma stavolta non cala la concentrazione del Pescara e, al 5′ di recupero, Brugman ha ancora la voglia di attaccare, mandando Kanoutè al tiro che costringe Puggioni alla paratona allo scadere.

Una vittoria che vale il primo posto agli abruzzesi  e segna la maturità di una squadra che, ora sì, si candida a protagonista del campionato. Mancuso si conferma certezza sottoporta, Marras è una locomotiva e Machin, oltre che realizzatore, si rivela una fucina inesauribile di palloni e chiavi di manovra. Tolto il goal a gioco fermo, la difesa non ha sofferto praticamente nulla: il Delfino si è fatto squalo.

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