All’incremento degli occupati corrisponde un aumento del tasso di occupazione di 1,2 punti percentuali, che comunque rimane inferiore alla media nazionale.
Questo trend positivo del mercato del lavoro, influenzato dall’ incremento delle persone occupate nelle attività dei servizi, non rassicurano i vertici della Cisl AbruzzoMolise perché il settore dell’industria, che negli anni passati aveva registrato una leggera crescita, perde mano d’opera passando da 118 a 109 mila occupati. Solo il settore delle costruzioni registra un deciso recupero di 5 mila lavoratori ma non ha ancora raggiunto i 47 mila del 2008, insieme all’agricoltura che aumenta di 3 mila occupati in Abruzzo.
Una spinta all’occupazione arriva nell’ordine dal territorio teramano, poi dalle province di Pescara e L’Aquila mentre, quella di Chieti continua a subire gli effetti di una crisi dell’industria in termini occupazionali.
I dati sull’andamento del mercato del lavoro arrivano anche dall’Inps e dal Ministero del lavoro che ci consegnano un 2018 con un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni. “Abbiamo avuto, secondo il sistema delle comunicazioni obbligatorie, 44.527 nuove assunzioni contro 71.873 rapporti di lavoro che sono cessati, – osserva Malandra. Secondo l’Osservatorio del precariato, le aziende prediligono i contratti di lavoro a tempo determinato e stagionali, continuano a crescere i lavoratori somministrati e intermittenti e lo strumento dell’apprendistato viene sottoutilizzato ma nel contempo è indicativo l’aumento delle trasformazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+11.934). Abbiamo ancora un’occupazione che non è di qualità e non è stabile perché comunque il contratto a termine e stagionale regola la maggior parte delle nuove assunzioni e le scelte politiche non sono riuscite a placare questo fenomeno”, – denuncia il Segretario della CISL.
Secondo il rapporto presentato dal Segretario Generale della CISL, Leo MALANDRA. e dal Professore Ordinario di Politica Economica presso la Facoltà di Economia della Università D’Annunzio di Pescara-Chieti, Giuseppe MAURO, dell’Ufficio Studi della CISL, il territorio regionale ha ancora 60 mila disoccupati con un tasso di disoccupazione che supera il 10% contro il 6,6% del 2008. Quasi il 30% dei giovani tra i 15 e 24 anni è disoccupato, ma sono ancora tanti quei giovani che non studiano non lavorano e non si formano. 40 mila ragazzi sono scoraggiati con un’incidenza del 22,2%.
“Questo lieve aumento occupazionale e calo della disoccupazione ci lancia segnali di una timida ripresa rispetto al 2017 ma rispetto al 2008 all’appello mancano ancora 12 mila occupati.”, – analizza il Professore Mauro.
“La crescita dell’occupazione è stata sostenuta da un aumento delle esportazioni”, – spiega i dati dell’ISTAT Leo Malandra. L’Abruzzo continua ad esportare incrementando i valori dei prodotti venduti sul mercato estero del 3,8% rispetto all’anno scorso e del 14,22% prendendo come riferimento il 2008. “Questo flusso è determinato dal mezzi di Trasporto, – evidenzia Mauro”. “In un confronto provinciale la lieve crescita del territorio chietino rispetto a Teramo e Pescara, in termini di export, conferma la sua fondamentale incidenza a livello regionale grazie ad un apparato produttivo formato anche da un sistema di grandi imprese,- afferma Malandra”.
Il tessuto imprenditoriale, secondo i dati di MOVIMPRESE sulla natalità e mortalità delle imprese italiane registrate alle Camere di Commercio, segna nel 2018 un saldo positivo tra aperture e chiusure, sono state registrate l’iscrizione di 8.408 nuove imprese e 7.512 chiusure di imprese esistenti. Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato a fine dicembre un saldo positivo per 896 imprese, una crescita dello 0,60%. “Ci preoccupa il peggioramento dell’artigianato dal 2009 ad oggi, in una Regione dove l’apparato produttivo è costituito soprattutto da Piccole e micro imprese”. Per Malandra è un segnale di arretramento nonostante il lieve miglioramento del bilancio imprenditoriale e i 370 mila addetti.
“Abbiamo un sistema industriale che fatica a riprendersi e che in questi anni abbiamo cercato di salvaguardare senza capire realmente di cosa avesse bisogno: innovazione, investimenti e liquidità. Ci aspettiamo dalla nuova Giunta Regionale che incida di più con politiche che rendano il nostro apparato produttivo più competitivo e capace di dare risposte in termini occupazionali più stabili e non precari. – ha così commentato il Prof.Giuseppe Mauro dopo un’analisi dettagliata dei dati -”
“Non possiamo perdere questi lievi segnali, anche se fragili e contraddittori tra i vari settori, di una ripresa. Abbiamo chiesto alla nuova Giunta un incontro – sottolinea Malandra – per aprire un confronto sistematico e definire programmi di sostegno allo sviluppo dei nostri territori. L’Abruzzo ha bisogno di una politica regionale di programmazione mirata e cantierabile per ridare respiro all’economia attraverso azioni di aiuto al sistema imprese con infrastrutture, investimenti, un sistema favorevole del credito. Una strategia di rilancio dell’economia abruzzese può arrivare proprio dalla riapertura dei cantieri per realizzare le infrastrutture, in gran parte bloccate. Oggi, Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil, hanno indetto uno Sciopero Nazionale a Roma appunto per rilanciare il lavoro ed il settore delle costruzioni che sta subendo la più grave crisi dal dopoguerra. È necessario che la nuova Giunta, confrontandosi con il sindacato e l’associazionismo delle imprese, aggiorni e faccia ripartire strumenti come il MasterPlan, la Carta di Pescara, le aree di crisi, le ZES con il riconoscimento del corridoio Tirreno-Adriatico, come peraltro dichiarato nel discorso programmatico del Presidente Marsilio. L’Abruzzo non può più attendere! ” – conclude il Segretario della CISL AbruzzoMolise, Leo Malandra.
DatiAnnuali-2018-AbruzzoConferenzaStampa